A 70 anni dalla prima e unica vendita delle “casette Pater” di Acilia, una delibera di iniziativa consiliare punta a chiudere il cerchio, portando avanti la procedura di alienazione per i restanti 110 lotti ancora invenduti.
“La vicenda delle casette Pater ad Acilia – spiega il presidente della commissione capitolina Patrimonio, Yuri Trombetti – è stata una delle prime questioni che ho affrontato quando sono diventato consigliere capitolino con l’impegno di trovare una soluzione per la dismissione di queste abitazioni, rassicurando i residenti sul loro futuro”.
Ed è Trombetti a firmare, insieme ai consiglieri Giovanni Zannola (Pd) e Tiziana Biolghini (Roma Futura) una delibera di iniziativa consiliare che prevede, da una parte che gli immobili che ricadono nel comprensorio delle casette Pater siano considerati come destinati all’Edilizia residenziale pubblica, dall’altra l’autorizzazione alla ripresa delle procedure di alienazione.
Una storia iniziata sotto il fascismo
Le casette Pater nascono durante il ventennio fascista ed, esattamente, nel 1939, anno in cui viene stipulato un contratto di appalto con cui il Governatorato di Roma affida all’ingegnere Dario Pater l’appalto per la realizzazione dei lavori di un complesso residenziale di 250 unità abitative destinate a nuclei familiari bisognosi e in condizioni di disagio economico.
Nel 1955 poi, il Comune di Roma avvia con una delibera un programma di dismissione delle aree occupate dalle casette Pater, e, per incentivare la ricostruzione degli immobili, ormai in stato di degrado, ne approva l’alienazione subordinandola all’obbligo, per gli acquirenti, di demolizione degli immobili pre-esistenti, con successiva ricostruzione. Vengono così venduti 326 lotti.
Nel corso dei decenni, però, come ricorda la delibera “a seguito di sopravvenute criticità di natura amministrativa è stata determinata l’interruzione della stipula dei contratti con i soggetti autorizzati all’acquisto”. Vengono così bloccate le vendite successive, lasciando la procedura in sospeso.
Cosa prevede la delibera
Una situazione a cui si mira adesso a mettere un punto, con la delibera che prevede che le case vengano trattate come alloggi popolari e quindi vendute con un abbattimento del 20% sul valore catastale.
Per tutelare gli attuali inquilini, inoltre, è previsto che, dopo l’approvazione della delibera, verrà predisposto un bando speciale apposito per l’assegnazione degli immobili, per gli abitanti attuali delle strutture che siano in possesso dei requisiti necessari.