PADOVA – Era arrivato in Italia in cerca di aiuto, ma sarà lui a placare il dolore di altri bambini e a dare conforto alle loro mamme. Vlady tornerà in Ucraina in una bara nelle prossime ore, un mese dopo essere arrivato qui. E lasciando in Italia i suoi organi: l’estremo regalo di una vita non ancora vissuta. Tra meno di venti giorni avrebbe iniziato la scuola primaria a Murelle, dove tutto era già stato preparato per accoglierlo in una nuova classe e in una nuova realtà lontana dalla guerra. Vladyslav Malamen, 6 anni, in quella scuola però non entrerà. Tornerà nella sua Odessa. L’incidente di mercoledì scorso a Santa Maria di Sala (Venezia), mentre era con la mamma Antonina, gli è stato fatale. Fino a tarda sera, ieri, il corpicino era ancora attaccato alle macchine, ma solo per permettere l’espianto degli organi che la famiglia ha deciso di donare. In base alle condizioni in cui si trovano dopo l’incidente e alle richieste di trapianto del centro nazionale, i medici hanno valutato nella nottata quali asportare, dopo aver dichiarato la morte cerebrale già due giorni fa.

A vegliare su Vlady la mamma, il padre arrivato dalla Germania e i due fratelli, che ieri sono potuti entrare tutti insieme nella stanza della terapia intensiva dell’ospedale di Padova, dov’era stato ricoverato subito dopo l’incidente. Meno di un mese fa Vlady aveva viaggiato con la sua mamma, lasciando il suo Paese, il resto della sua famiglia, i suoi amici. Un magone mischiato alla voglia di scappare dalla guerra, alla curiosità del nuovo e al desiderio di scoprire. Tutto finito. Ma tutto questo potrà continuare a vivere in un altro bambino, con un’altra storia, e magari il piccolo cuore di Vlady batterà ancora. E un altro ragazzino potrà vedere lontano con i suoi occhi.