Una puntura di calabrone si è trasformata in tragedia per una donna di 67 anni, originaria di Roma, in vacanza a Sabaudia. Colpita da uno shock anafilattico, la donna era stata trasportata d’urgenza all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina martedì scorso, già in arresto cardiaco. Le sue condizioni, fin dalle prime ore, erano subito apparse estremamente gravi.

Due giorni di agonia, poi la morte

Dopo un paio di giorni di ricovero nel reparto di rianimazione e il progressivo peggioramento del quadro clinico, nelle scorse ore è stata dichiarata la morte cerebrale. Di fronte all’irreversibilità della situazione, i familiari hanno compiuto un gesto di grande generosità: hanno autorizzato l’espianto degli organi, permettendo così che cuore, fegato e reni potessero essere trapiantati in pazienti in attesa.

Gli organi donati

L’intervento di prelievo si è svolto nella giornata di ieri – sempre al Santa Maria Goretti di Latina – con una lunga e delicata procedura iniziata alle 8 e conclusasi nel pomeriggio, alle 16. Coinvolta un’ampia equipe multidisciplinare: rianimatori, chirurghi, infermieri e coordinatori per la donazione hanno collaborato per garantire il successo dell’operazione, senza interrompere l’attività chirurgica ordinaria dell’ospedale.

A chi sono stati donati gli organi

Il cuore è stato trasportato d’urgenza a Bari nell’ambito di un’emergenza nazionale, mentre il fegato è stato assegnato all’Ospedale San Camillo di Roma. I reni sono stati invece indirizzati al Policlinico Tor Vergata per pazienti in lista per il trapianto nella regione Lazio.

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“Desidero esprimere la mia riconoscenza al personale del Goretti per la sensibilità e la grande professionalità dimostrate in questa complessa operazione”, ha dichiarato la Direttrice Generale della ASL di Latina, Sabrina Cenciarelli. “Un ringraziamento particolare va ai familiari della donatrice: la loro scelta ha reso possibile un gesto che incarna al meglio il valore della cultura della donazione. Ci auguriamo – ha aggiunto – che questa vicenda contribuisca ad accrescere la consapevolezza sull’importanza del dono degli organi, che significa vita per chi attende un trapianto”.