MESSINA – Arriva un aggiornamento positivo sul primo caso di infezione da virus West Nile registrato a Messina. La paziente di 74 anni, ricoverata all’ospedale Papardo nel reparto di Malattie infettive, mostra segnali di miglioramento.
Il dottor Antonio Albanese (nella foto), responsabile dell’Uosd Malattie infettive, ha spiegato che le condizioni generali della donna sono in evoluzione favorevole, anche se la prognosi resta riservata per altre 48 ore. La paziente si trova ora in degenza ordinaria, vigile e senza febbre, in isolamento preventivo in attesa del completamento degli esami microbiologici.
La donna era arrivata al pronto soccorso lo scorso 21 luglio con febbre persistente e rigidità nucale. Dopo la prima valutazione del dottor Salvatore Calandra, è stata richiesta la consulenza del dottor Albanese. Gli accertamenti sierologici e la ricerca dell’Rna virale hanno confermato la diagnosi di infezione da West Nile.
Immediatamente la direzione generale e quella medica hanno attivato le procedure previste dalle direttive ministeriali. I campioni sono stati inviati all’Istituto superiore di sanità per la conferma ufficiale e il caso è stato segnalato all’Asp e all’assessorato regionale alla Salute per le verifiche epidemiologiche.
Il West Nile, noto anche come Febbre del Nilo occidentale, si trasmette all’uomo esclusivamente attraverso la puntura di zanzare infette. Non esiste contagio da persona a persona. L’infezione è spesso asintomatica o si manifesta con sintomi lievi, ma in circa l’1% dei casi, soprattutto tra anziani o soggetti con altre patologie, può evolvere in complicanze neurologiche.
Gli esperti invitano alla prudenza: usare repellenti, indossare abiti coprenti, installare zanzariere, evitare l’esposizione all’aperto nelle ore di maggiore attività delle zanzare, all’alba e al tramonto, ed eliminare i ristagni d’acqua in cui gli insetti possono riprodursi.