BRINDISI – L’evento su uva e vino, a quanto pare, non s’ha da fare. Cinque aziende vinicole del territorio (Tenute Rubino, Masseria Masciullo, Cantina Incantalupi , Tenute Lu Spada e Cantina Botrugno), attraverso una lettera al sindaco Marchionna, esprimono “profondo disappunto” per il fatto che la città di Brindisi non dovrebbe più ospitare, salvo colpi di scena, la kermesse dedicata al nettare degli Dei, prevista per il mese di settembre. A quanto pare, da quanto riferiscono le aziende, l’assessore alle Attività del Comune di Brindisi aveva già predisposto la delibera riguardante la manifestazione, ma il documento, poi, sarebbe stato “inspiegabilmente ritirato – si legge nella lettera – all’ultimo momento”.

A quel punto l’amministrazione comunale di Mesagne ha colto la palla al balzo. Il Comune guidato dal sindaco Toni Matarrelli ha infatti dato l’ok all’organizzazione, in sinergia con l’Ais (Associazione italiana sommelier), del “Trofeo Master del susumaniello”, per il 12 settembre. Il programma dell’evento è già definito. E pensare che era stato proprio il primo cittadino di Brindisi, Giuseppe Marchionna, a lanciare l’idea di una sorta di amarcord della storica festa dell’uva, da riproporre per il mese di settembre, dopo la rinuncia al “Rosati di sera by Negramaro wine festival”, originarimente in programma dal 4 al 6 luglio, come annunciato dal presidente del consiglio comunale, Gabriele Antonino, in occasione del Vinitaly, svoltosi lo scorso aprile a Verona. 

Ma tornando alle aziende vinicole, queste si chiedono: “Perché la città di Brindisi, città del Susumaniello ha rinunciato a essere protagonista di questo evento, perdendo un’occasione unica per valorizzare se stessa?”. “Ci auguriamo che dietro questa decisione – si legge nella missiva al primo cittadino – non vi siano logiche di piccolo cabotaggio o ritorsioni a situazioni determinatesi per altri eventi, tra l’altro, venuti meno nei mesi scorsi. Abbiamo avuto modo anche nei nostri incontri di ribadire la disponibilità a organizzare eventi tesi a valorizzare il vino di Brindisi e soprattutto il Susumaniello, rifuggendo da vecchie e ripetitive sagre prive di respiro culturale e vitivinicolo”.

Le aziende si soffermano sull’importanza rivestita dal vino (dal susumaniello in particolare) nella storia del capoluogo. “Lo hanno dimostrato, con orgoglio, alcune cantine brindisine che lo scorso 9 maggio hanno ospitato la Scuola Concorsi di Ais Puglia con un focus dedicato al susumaniello”. “Le ipotesi più accreditate – prosegue la lettera – lo fanno giungere in Puglia dall’Adriatico (Grecia o costa dalmata)”. “A Brindisi il susumaniello ha avuto un ruolo storico nei blend con il Negroamaro, donando colore, freschezza e struttura ai Brindisi Rosso e Rosato. Il disciplinare della Brindisi Doc ha riconosciuto la tipologia ‘Brindisi Susumaniello”'(minimo 85%), a conferma del legame profondo con il territorio. Nei suoli sabbiosi e argillosi costieri della fascia brindisina, il vitigno si esprime con forza e identità”.

Le aziende ricordano che “dopo decenni di marginalità, il susumaniello ha conosciuto una rinascita a partire dagli anni ’90, grazie al lavoro pionieristico di enologi e cantine di Brindisi che ne hanno mostrato il potenziale in rosso, rosato e persino spumante. Oggi è un vitigno che regala vini dal colore intenso, dal frutto scuro, con acidità e tannino equilibrati, e una freschezza salina che racconta l’Adriatico Il susumaniello è Brindisi: da uva da taglio a bandiera identitaria della Doc, rappresenta una delle espressioni più originali e promettenti della nuova Puglia del vino”.

“Per questo motivo – rimarcano le aziende – la rinuncia della città di Brindisi a ospitare il Trofeo Master del susumaniello appare incomprensibile e lascia un senso di profondo disappunto. Restiamo pertanto in attesa di conoscerne le ragioni e ci auguriamo i chiarimenti necessari per una reciproca collaborazione”. “Al tempo stesso, va riconosciuto il merito all’Ais e al Comune di Mesagne – concludono – per aver creduto in questa iniziativa e averle dato un palcoscenico adeguato. Brindisi non può permettersi di restare indietro: il futuro del susumaniello passa da qui, e con esso il futuro della identità vitivinicola della città”.

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