Una nuova frontiera nella chirurgia urologica è stata tracciata all’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, dove il reparto di Urologia, diretto dal dottor Alberto Pansadoro, ha eseguito un intervento senza precedenti a livello mondiale internazionale: una tumorectomia robotica del rene con approccio retroperitoneale su un paziente di 69 anni in dialisi peritoneale per insufficienza renale cronica.
Si tratta del primo caso di questo tipo mai descritto nella letteratura scientifica, un risultato che apre nuove prospettive per il trattamento di pazienti considerati finora “non candidabili” a interventi conservativi. L’operazione, condotta dall’équipe composta dai dottori Alessandro Andrisano, Eleonora Saqer, Carolina Lolli e Giancarlo Sebastiani, ha riguardato un paziente in dialisi peritoneale da tre anni, con un catetere addominale permanente per il trattamento domiciliare dell’insufficienza renale.
La presenza di un tumore renale localizzato di tre centimetri unita a obesità e a un’anatomia complessa dovuta alle aderenze infiammatorie provocate dalla dialisi, rendeva il caso particolarmente sfidante. Grazie all’utilizzo del robot Da Vinci, l’équipe ha optato per un approccio retroperitoneale, evitando completamente la cavità addominale – sede della dialisi – per non interrompere il trattamento depurativo e preservare la funzione renale residua. Questo ha permesso di asportare il tumore in modo radicale, salvando il massimo del tessuto renale sano con una precisione meticolosa.
La dialisi peritoneale lavora in modo continuo e graduale, imitando la funzione naturale del rene. Interromperla, anche brevemente, può compromettere l’efficacia depurativa e aumentare il rischio di accumulo di tossine. Fino ad oggi, pazienti in dialisi peritoneale con tumori renali complessi erano spesso esclusi da interventi conservativi, a causa delle difficoltà tecniche e dei rischi associati. L’approccio robotico, utilizzato per la prima volta in un contesto del genere, ha permesso di superare queste limitazioni, garantendo un recupero rapido e senza complicazioni. Il paziente è stato dimesso dopo appena quattro giorni dall’intervento, con un decorso regolare, una convalescenza indolore e la possibilità di riprendere immediatamente la dialisi.
“È stata una sfida sanitaria e tecnica – spiega il dottor Pansadoro – mai affrontata prima a livello internazionale: anatomia complessa, sede sfavorevole del tumore, presenza di dialisi in corso e obesità del paziente. Grazie alla chirurgia robotica e al lavoro multidisciplinare abbiamo ottenuto un risultato ottimale, senza complicanze. Il robot ci ha permesso la rimozione radicale del tumore risparmiando al massimo il tessuto sano e lasciando il paziente in grado di riprendere la dialisi precocemente”.