Bologna, 20 agosto 2025 – La crisi di Pecco Bagnaia era già stata accertata dalle prestazioni di un 2025 negativo, anonimo, senza punti di forza e con un margine da Marc Marquez che si è palesato fin dai primi gp. Tutto si è poi amplificato in estate, dove il numero 93 ha vinto sei gp su sei facendo 222 punti sui 222 a disposizione, certificando un divario incolmabile e con esso la crisi di Bagnaia, che non ha trovato ciò che cercava nemmeno sui circuiti a lui più affini. La debacle in Austria ha dato una ulteriore dimostrazione del mancato feeling di Pecco con la Desmosedici, una difficoltà che contempla sia l’anteriore che il posteriore. E stavolta, sono anche arrivate dichiarazioni un po’ più piccate, come l’ormai noto ‘sì, sto perdendo la pazienza’ rilasciato ai microfoni di Dazn Spagna. E mentre c’è chi pensa che Pecco debba cambiare aria per ritrovarsi, il team manager di Ducati Davide Tardozzi prova a tenere la barra dritta.

Tardozzi: “Crediamo ancora in Pecco”

Unità è la parola d’ordine. Ducati crede ancora in Pecco Bagnaia, ma è anche lecito chiedersi quanto Bagnaia creda ancora in Ducati. Forse è esagerato pensare a una clamorosa uscita di scena per il 2026, ma qualcuno pensa possa essere utile al pilota italiano cambiare aria e respirare qualcosa di diverso. Prima motivazione ritrovare feeling altrove dato che questa Desmosedici non cambierà radicalmente per il prossimo anno e in seconda battuta sfilarsi da questo continuo paragone con un compagno di box ingombrante come Marquez. Ducati, invece, non ci pensa nemmeno a questa ipotesi: “Continuo a insistere, noi crediamo in Pecco – le parole di Tardozzi a Motorsport.com – Nessuno mette in discussione le sue qualità, ha vinto due mondiali, se li è meritati, ne ha vinto uno in Moto 2 e anche in Austria nella prima parte di weekend si è vista la sua velocità”. Tardozzi, dunque, ha fiducia e la stagione di Bagnaia è stata anche inficiata da colpi di sfortuna. Insomma, si guarda al lato positivo: “Quando non ha problemi è in prima fila. A Brno aveva fatto la pole. Sta a noi trovare la quadra e aiutarlo e la prima volta che tornerà sul podio saremo tutti felicissimi”, ancora il team manager. Viene da chiedersi, dunque, cosa stia limitando le prestazioni di Pecco, perché non può essere solo sfortuna: “La moto andava bene fino al warm up, anche nella prima parte di gara stava andando bene – sempre Tardozzi – Dobbiamo capire perché succedano certi problemi e da lì cercare di risolverli, ma il potenziale c’è tutto. Lui ha fatto un ottimo venerdì e una ottima qualifica, poi è successo quello che è successo”. Adesso ci sono le residue gare del 2025 per trovare una via di uscita, non tanto per questo mondiale – già nelle mani di Marquez – quanto per tornare a giocarselo nel 2026 dato che i regolamenti tecnici saranno ancora questi e il dna della moto non cambierà più di tanto. Senza una via di uscita quanta fiducia ci sarò tra Bagnaia e Ducati e viceversa? Leggi anche – Moto gp, Stoner critico sull’elettronica: “Stiamo facendo gli stessi errori della F1”