di
Carlos Passerini
Contro la Cremonese il Milan a San Siro soffre, va sotto per la rete di Baschirotto ma rimedia con Pavlovic. Una gran rovesciata di Bonazzoli però diventa il primo stop per i rossoneri
Altro che partenza al Max: il primo giro dell’Allegri-bis è uno schianto doloroso. A San Siro, in un debutto di campionato che sulla carta doveva essere agevole, il Milan perde malamente contro la neopromossa Cremonese di Nicola, squadra tenace e organizzatissima, che non ruba nulla e passa con uno strepitoso gol in semirovesciata di Bonazzoli. L’ex baby prodigio delle giovanili dell’Inter sente aria di derby e a inizio ripresa si regala la notte più bella della sua carriera.
Esordio da incubo per i rossoneri, in svantaggio già dopo mezz’ora con Baschirotto, prima del pareggio illusorio di Pavlovic. Difficile salvare qualcosa, forse solo qualche flash di Modric, applaudito ad ogni tocco. Per il resto, povero Diavolo: in attacco, senza Leao, è il buio. Gimenez è irriconoscibile, infatti sarà meglio continuare a cercare una punta forte. Anche se la strampalata vicenda di Boniface, che ha tenuto banco per tutto il giorno, ha finito proprio per togliere energie nervose a tutto l’ambiente.
Sul mercato serve poi anche un difensore in più, di livello: i due gol subiti ieri sono inaccettabili per una squadra di Allegri, che fa della tenuta uno dei suoi punti di forza. C’è tempo fino al primo settembre per rimediare. Sperando che questo debutto horror sia da lezione. «La differenza in certe partite la fa la cattiveria, abbiamo sbagliato troppo, non percepiamo il pericolo e così prendiamo due gol a partita. Rosa incompleta? Inutile fare valutazioni ora» ribatte amaro Allegri.
Alla vigilia, il tecnico rossonero aveva ripescato una sua vecchia formula sempre moderna, parlando di «velocità di crociera»: per andare lontano in campionato, il senso delle sue parole, occorre evitare i su e giù e mantenere un ritmo costante. Già. Il problema è che senza Rafa, infortunatosi al polpaccio in Coppa Italia e a rischio anche per la trasferta di Lecce di venerdì, in attacco Gimenez gioca fra Pulisic e Saelemaekers, in un modulo che oscilla fra 4-3-3 e 3-5-2, ma in tre combinano poco o niente. Il messicano ha una chance per lasciare il segno, ma non ci riuscirà.
San Siro è tutto esaurito: sono in 75mila a tifare, seppure in maniera silenziosa, specialmente in Curva Sud, in polemica per gli effetti dell’inchiesta della procura sugli ultrà. Il divario, sulla carta, è netto. Ma la Cremonese di Nicola, accompagnata e incitata da 4500 rumorosissimi sostenitori, non ha alcuna intenzione di fare la parte dello sparring partner. Infatti, dopo un gol annullato a Gimenez, a passare sono i grigiorossi con Baschirotto, il difensore contadino, che di testa solo in mezzo all’area gira in rete un cross di Zerbin, con tutta la difesa ferma a guardare. Allegri è una furia. Il pari arriva nel recupero del primo tempo, con Pavlovic che sempre di testa corregge un cross di Estupinan, fin lì imbarazzante e infatti sostituito all’intervallo. Zerbin era a terra, protesta la Cremonese, per l’arbitro è tutto regolare.
La ripresa illude, il Milan spinge e San Siro apprezza tornando anche a intonare qualche coro, ma viene gelato dallo show di Bonazzoli sotto il settore ospiti. «Neanche nei sogni» sorride l’attaccante.
L’ultima volta che la Cremonese vinse in casa del Milan era il 1925, cento anni fa. San Siro fischia: è iniziata la stagione nuova, ma sembra quella vecchia.
23 agosto 2025 ( modifica il 23 agosto 2025 | 23:34)
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