“Tutti i popoli, anche i più piccoli e i più deboli, devono essere rispettati dai potenti nella loro identità e nei loro diritti, in particolare il diritto di vivere nelle proprie terre” ha affermato il Pontefice, nel ricevere in udienza la delegazione del “Chagos Refugees Group” di Port Louis (Isole Mauritius), che opera “con perseveranza da molti anni per il ritorno del popolo chagossiano nelle sue isole”
“Tutti i popoli, anche i più piccoli e i più deboli, devono essere rispettati dai potenti nella loro identità e nei loro diritti, in particolare il diritto di vivere nelle proprie terre; e nessuno può costringerli a un esilio forzato”. Così Papa Leone XIV ricevendo in udienza la delegazione del “Chagos Refugees Group” di Port Louis (Isole Maurizio), che opera “con perseveranza da molti anni per il ritorno del popolo chagossiano nelle sue isole”. Il Pontefice ha ricordato che la restituzione delle Isole Chagos alla Repubblica di Mauritius è stata sancita di recente dalla firma di un trattato, “passo significativo verso il vostro ritorno a casa”. “Condivido la vostra gioia e le vostre speranze”, ha detto Leone nel suo discorso in francese ringraziando “tutte le persone delle parti coinvolte che, aprendo il loro cuore, hanno compreso la sofferenza del vostro popolo e sono giunte a questo accordo”.
“Tutti i popoli, anche i più piccoli e i più deboli, devono essere rispettati dai potenti”
“Sono lieto che il dialogo e il rispetto delle decisioni del diritto internazionale, come aveva auspicato il mio predecessore al ritorno dal suo viaggio a Mauritius, abbiano potuto finalmente porre rimedio a una grave ingiustizia”, ha aggiunto, rendendo omaggio “alla determinazione del popolo chagossiano, e in particolare a quella delle donne, nella rivendicazione pacifica dei propri diritti”. Poi il Pontefice ha sottolineato l’importanza dell’accordo raggiunto anche a livello internazionale: “La rinnovata prospettiva del vostro ritorno nel vostro arcipelago natale è un segno incoraggiante e ha forza simbolica sulla scena internazionale: tutti i popoli, anche i più piccoli e i più deboli, devono essere rispettati dai potenti nella loro identità e nei loro diritti, in particolare il diritto di vivere nelle proprie terre; e nessuno può costringerli a un esilio forzato”. L’auspicio del Papa è che le autorità di Mauritius e anche la comunità internazionale “si impegnino affinché il vostro ritorno, dopo 60 anni, avvenga nelle condizioni migliori possibili”. “La Chiesa locale non mancherà di apportare il suo contributo, soprattutto spirituale, come ha sempre fatto nei giorni di prova”. “Questi anni di esilio hanno causato molte sofferenze tra voi. Avete conosciuto la povertà, il disprezzo e l’esclusione. Possa il Signore, nella prospettiva di un futuro migliore, guarire le vostre ferite e concedervi la grazia del perdono verso quanti vi hanno fatto del male. Vi invito a guardare risolutamente al futuro”, ha poi concluso Leone.
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