Decisivo il portiere dei salentini, che blocca le occasioni più nitide dei padroni di casa: la squadra di Di Francesco più brillante
Giornalista
23 agosto 2025 (modifica alle 20:55) – GENOVA
Un Genoa un po’ frenato ed efficace solo a sprazzi. Un Lecce solido, tenace, capace di concedere pochi spazi a un avversario già con una fisionomia ben definita a livello di organico. Ecco perché alla fine lo zero a zero del Ferraris ha un peso specifico superiore per gli uomini di Di Francesco, che portano a casa un punto pesante in attesa che gli ultimi giorni di mercato offrano più scelta al tecnico dei pugliesi. Nella sfida fra Colombo e Camarda, i due ex ragazzi prodigio scuola Milan, il leccese ottiene qualcosa di più del rivale. Ma l’eredità di Krstovic non è cosa da poco, stasera si è visto.
le scelte—
Nella serata in cui il Genoa ha ricordato con un minuto di silenzio la scomparsa a ottant’anni di Sidio Corradi, storico ex del Grifone negli anni Settanta, Vieira conferma Marcandalli sulla linea a quattro della difesa, con Norton-Cuffy a destra, e Colombo unica punta preferito a Vitinha nel 4-2-3-1 rossoblù. Di Francesco (che deve rinunciare in mezzo all’ultimo innesto Alex Sala, arrivato in Puglia solo venerdì notte) sceglie Veiga terzino destro (fuori Kouassi) e affida a Ramadani le chiavi del centrocampo (l’escluso è Pierret), con Berisha preferito a Helgason come mezzala sinistra, e la rinnovata fiducia a Banda dopo l’espulsione in coppa Italia contro la Juve Stabia.
ospiti brillanti—
In avvio funziona la mossa di Di Francesco, che piazza Gallo molto alto per non far salire Carboni. Partenza a ritmi elevati dei pugliesi, al 4’ vicini al vantaggio con una conclusione di Morente sul primo palo. Il Lecce chiede il rigore, ma Vasquez devia la traiettoria in angolo con la spalla destra ed entrambi le mani dietro la schiena. Corretta la decisione del signor Massa. I rossoblù, un po’ troppo timorosi e con i reparti un po’ slegati, soffrono. Ne approfitta la squadra ospite che aggredisce il Grifone sulle fasce, tanto che il Genoa fatica ad uscire dalla sua metà campo. Masini e Frendrup sono in una terra di mezzo che per metà del primo tempo non produce risultati, il Lecce è corto, fa pressing, aggredisce sugli esterni: Banda ha una buona palla al 14’, ma il suo tiro cross è fuori misura. Un minuto dopo Leali ritarda troppo il rinvio e per un soffio Coulibaly non ne approfitta. Un Genoa ingabbiato, il tridente del Lecce funziona, mentre gli uomini di Vieira vivono di fiammate. Masini strappa a sinistra e costringe Banda al giallo ed è solo dalla mezz’ora in poi, anche per una minore pressione di Camarda e compagni, che il Genoa guadagna metri e mette una pressione più costante al Lecce. Al 33’ Gronbaek trova un varco, serve Stanciu, il cui sinistro di controbalzo è fuori misura, prima della migliore palla-gol del primo tempo proprio per i rossoblù: Gronbaek pesca Frendrup, magia di tacco per Carboni che, liberissimi, cerca l’angolino lontano della porta di Falcone, bravissimo ad allungarsi mettendo in angolo.
Il Fantacampionato Gazzetta è tornato, con il montepremi più ricco d’Italia! Iscriviti e partecipa
EQUILIBRIO—
Confronto più equilibrato e partita un po’ bloccata nella ripresa, dove Di Francesco inverte gli esterni Banda e Morente, ma ottiene poco. La squadra di Vieira è più vivace, alza la difesa, accorcia le linee, nonostante un Lecce più guardingo e meno minaccioso di quel che era riuscito a fare sino a metà gara. Proprio nel momento di maggior pressione della squadra di casa, l’arbitro Massa deve interrompere il gioco (21’) per il lancio di due fumogeni in campo da parte della gradinata genoana. Lì Vieira sceglie Messias al posto di Gronbaek, ma non basta la qualità del brasiliano per sbloccare la gara. DiFra toglie Veiga, Berisha e Banda e prova Kouassi, Kaba e Sottil falso centravanti. Una partita che sino a metà ripresa resta però bloccata, perché a questo punto della gara il Lecce pare preferire la gestione della sfida e il Genoa non ha più a forza per affondare il colpo. E’ qui che Vieira sceglie Ekhator ed Ellertsson per aprire gli spazi in avanti, passando al 4-3-3. Servirebbe però più vigore: Ekhator conquista una punizione dal limite nel finale (35’), ma lo specialista Stanciu calcia fuori. Troppo poco: la gara, di fatto, finisce qui. Vieira deve alzare il ritmo, Di Francesco respira. Con merito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA