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Francesca Basso
Von der Leyen: contromisure pronte finché non ci sarà un risultato soddisfacente. Approvata la lista dei contradazi su prodotti Usa per 93 miliardi in caso di mancato accordo, contraria solo l’Ungheria
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES -Un accordo con gli Stati Uniti sui dazi è «a portata di mano», ha spiegato ieri la Commissione europea nel briefing quotidiano con la stampa, ma questo non vuol dire che sia già chiuso. Il punto di caduta potrebbe essere un dazio base del 15% con alcune esenzioni. Sarà il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ad avere l’ultima parola e le trattative continuano.
Da Pechino la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, dove si trovava con il presidente del Consiglio europeo António Costa per il vertice Ue-Cina, ha spiegato che con gli Usa «al momento abbiamo contatti e discussioni tecniche e politiche molto intense» e ha ribadito che per l’Ue «l’obiettivo principale è raggiungere una soluzione negoziata». Tuttavia, ha puntualizzato von der Leyen, «tutti gli altri strumenti sono sul tavolo e rimarranno così finché non otterremo un risultato soddisfacente».
Ieri la lista di prodotti Usa per un valore di 93 miliardi, da colpire con controdazi in caso di mancato accordo, è stata votata e approvata dagli Stati membri: tutti a favore tranne l’Ungheria. È stata quindi adottata dalla Commissione e pubblicata nella Gazzetta ufficiale: entrerà in vigore, se necessario, a partire dal 7 agosto. Tra le merci Usa colpite ci sono prodotti iconici come le moto Harley-Davidson e i jeans Levi’s ma anche aerei Boeing, pollo e soia. Bruxelles punta a colpire gli interessi degli Stati Usa a guida repubblicana.
La Commissione ha fatto anche sapere che non intende avanzare altre contromisure prima del primo agosto, quando scade l’ultimatum di Trump che farebbe scattare dazi al 30% sulla maggior parte delle esportazioni europee negli Stati Uniti. Questo però non vuol dire che la Commissione non stia lavorando agli strumenti di ribilanciamento, tanto più che tra gli Stati membri ormai si è formata la maggioranza qualificata — 15 Paesi rappresentanti il 65% della popolazione europea — necessaria per attivare, qualora necessario, lo strumento anti-coercizione, il cosiddetto «bazooka». Determinante è stato il cambio di atteggiamento di Berlino, dopo la lettera di Trump dell’11 luglio scorso.
L’obiettivo è una soluzione negoziata ma se non fosse possibile allora anche la Germania ritiene, come la Francia, che sia necessario reagire. Parigi tuttavia vorrebbe che lo strumento anti-coercizione fosse subito pronto ma per la Commissione non siamo ancora a quel punto. L’esecutivo comunitario sta anche lavorando a una limitazione alle esportazioni Ue di rottami di acciaio e alluminio, usati dagli Stati Uniti per la produzione di nuovi prodotti.
Ue e Usa continuano a negoziare sulla scia dell’accordo raggiunto tra Tokyo e Washington. Sul tavolo c’è un dazio base del 15%, comprensivo però del 4,8% che deriva dalla clausola della nazione più favorita, base del libero commercio. Questo verrebbe applicato, secondo l’Unione europea, anche alle auto e ai componenti che ora sono gravati da tariffe pari al 27,5%. Si negozia inoltre per esenzioni su alcuni prodotti tra cui aerei, alcolici, dispositivi medici e medicinali generici più, secondo Bloomberg, una serie specifica di attrezzature di produzione di cui gli Usa hanno bisogno. Sul tavolo ci sono anche quote per acciaio e alluminio al di sopra delle quali resterebbe il dazio del 50%. Il segretario al Commercio Lutnick, interlocutore del commissario al Trade Šefcovic, ha sottolineato ridendo, in diretta su Cnbc, «how badly», cioè quanto «maledettamente» l’Ue vuole fare «un accordo» con gli Usa. Resta, comunque, l’incognita Trump.
Intanto il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha deciso di stanziare un miliardo di euro, di cui 300 milioni per il Fondo sulla Sovranità alimentare a difesa delle filiere, per fare fronte al rischio dazi con l’ipotesi del 15% sui prodotti agricoli e la prospettiva di tagli alla Politica agricola comune del 20% (da 386 miliardi a 300) dopo il 2027.
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24 luglio 2025
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