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Un deal da 6,2 miliardi di dollari. Che se andasse in porto rappresenterebbe un autentico Big Bang per il settore televisivo negli Usa, dando indicazioni importanti innanzitutto quanto a possibilità di spingere sul consolidamento del mercato.
Nexstar Media Group – il più grande operatore televisivo regionale degli Stati Uniti – ha deciso di inghiottire Tegna, portandosi a casa 64 nuove stazioni Tv. Un’operazione, come detto, che promette di ridisegnare la mappa dei media americani e che avviene in un contesto in cui gli operatori delle emittenti televisive locali, che devono affrontare un calo delle entrate a causa della diminuzione degli abbonati alla Tv, stanno cercando di ridurre i costi attraverso fusioni
L’affondo di Nexstar su Tegna – comunicato oggi 19 agosto 2025 – ha i tratti della scommessa. La società acquirente pagherà 22 dollari ad azione per Tegna, in un accordo, come detto, del valore di 6,2 miliardi di dollari, di cui 3,5 miliardi in contanti (escludendo debiti e commissioni). L’offerta è superiore del 30% rispetto alla media a 30 giorni del prezzo di chiusura delle azioni Tegna dell’8 agosto.
Di suo Nexstar controlla più di 200 emittenti; con Tegna salirà a 265, raggiungendo, in 44 Stati e nel Distretto di Columbia, l’80% delle case americane e ponendosi come riferimento per l’informazione locale. Numeri che superano ampiamente l’attuale tetto del 39% fissato dalla Fcc (Federal Communications Commission). Ma quel tetto potrebbe presto essere rialzato. Brendan Carr, presidente della Commissione nominato da Trump, ha già definito «oscure» le regole attuali e non ha mai nascosto l’intenzione di allentarle. Tutto questo anche se sull’operazione che ha portato Skydance all’acquisto di Paramount l’approccio è stato diverso (ma qui entra in gioco, evidentemente, la politica con lo scontro fra il presidente Donald Trump e l’emittente Cbs, della galassia Paramount).
«Le nostre iniziative mirano a livellare il campo da gioco e a competere ad armi pari con Big Tech e i giganti dei media tradizionali», ha rivendicato Perry Sook, ceo di Nexstar. Tradotto: senza un’ulteriore concentrazione, la televisione più tradizionale rischia di perdere l’ultima battaglia, quella con lo streaming e le piattaforme globali. L’azienda ha dichiarato di prevedere sinergie annuali per 300 milioni di dollari a valle dell’accordo.