La seconda giornata della Rugby Championship si è chiusa col botto, con l’Argentina che batte la Nuova Zelanda e riapre completamente i giochi. Le mete di Gonzalez e Garcia, insieme alla precisione al piede di Mallia e Carreras, hanno consegnato ai Pumas una vittoria di prestigio, frutto anche della disciplina e della freddezza nei momenti cruciali. Gli All Blacks, al contrario, pagano carissima l’indisciplina e l’imprecisione al piede di Barrett. Buenos Aires festeggia una serata memorabile: una di quelle che restano incise nella storia del rugby sudamericano.
La partita comincia con l’Argentina subito aggressiva: Albornoz sblocca il punteggio al 3’ con un piazzato. Sfortuna vuole che il numero 10 debba lasciare presto il campo per un infortunio alla mano, ma prima sbaglia un calcio da lontano. La Nuova Zelanda risponde con un piazzato di Barrett al 12’, fissando il 3-3. Mallia, subentrato come piazzatore, riporta i Pumas avanti, mentre anche gli All Blacks perdono un uomo: Ratima, costretto a uscire per infortunio. Proprio il suo sostituto, Christie, illumina il gioco con un assist per Proctor, che segna la prima meta del match del 3-8.
Gli All Blacks allungano al 26’, quando il pilone Newell conclude una serie di cariche e vola in meta sull’ala sinistra. Ma ancora una volta Barrett non centra i pali: 13-6. Sembrava l’inizio della fuga, invece gli argentini trovano coraggio, aiutati dal cartellino giallo a Will Jordan. Al 33’ Gonzalez trova la meta del pareggio (13-13), mentre anche Vaa’i finisce nel sin bin. Con due uomini in meno, la Nuova Zelanda soffre ma resiste: Gonzalez e Delguy sfiorano la marcatura, senza riuscire a concretizzare. Si va al riposo con equilibrio sul tabellone, ma con i padroni di casa galvanizzati.
Tornati in parità numerica, gli All Blacks hanno la chance di riportarsi avanti con Barrett, ma il numero 10 continua a sbagliare. Così è Santiago Carreras, al 52’, a firmare il sorpasso argentino con un piazzato centrale. Quattro minuti più tardi, un calcio da oltre 50 metri dello stesso Carreras fa esplodere lo stadio: 19-13. È il preludio al momento chiave: una poderosa avanzata di Pablo Matera porta Gonzalo Garcia a segnare la meta che, trasformata, fissa il 26-13. L’inerzia è tutta per i Pumas, che iniziano a crederci davvero.
La Nuova Zelanda reagisce come sa: al 68’ Taukei’aho sfonda e McKenzie trasforma, riportando il punteggio sul 26-20 e riaprendo i giochi. Ma la speranza dura poco: Sevu Reece commette un fallo inutile e prende il terzo giallo della serata per gli ospiti. Dalla punizione conseguente arrivano altri tre punti per l’Argentina, 29-20. Con il tempo agli sgoccioli, gli All Blacks provano l’assalto, ma un errore in touche li condanna. Con l’ultima azione scelgono i pali per conquistare almeno il bonus difensivo, ma è troppo tardi: il fischio finale certifica il trionfo Pumas per 29-23.