Laurent Mekies ha ricevuto l’approvazione di Helmut Marko dopo poche settimane dal suo ingresso nel management Red Bull. Non un dettaglio secondario, considerando quanto il consigliere austriaco sia tradizionalmente avaro di elogi.

L’ex dirigente Ferrari, arrivato a Milton Keynes in un momento di difficoltà e di transizione, ha rapidamente guadagnato credito all’interno del team. Pur adottando uno stile di gestione ben diverso da quello di Christian Horner, descritto da Marko come più aggressivo e accentratore, Mekies è riuscito a consolidare rapidamente la propria posizione con discrezione e metodo.

“Si è calato immediatamente nel ruolo, ha spiegato Marko. “Ha trascorso giornate interminabili in fabbrica, fino a 14 ore, instaurando contatti diretti con le figure chiave e avviando discussioni mirate. Ha dimostrato di saper sfruttare ogni minuto a disposizione”.

Red Bull Mekies Laurent Mekies, team principal Oracle Red Bull RacingMekies: la forza della competenza tecnica

La sua forza, secondo lo scafato consigliere Red Bull, risiede nella formazione tecnica. “Mekies è prima di tutto un ingegnere, il che porta le conversazioni su un terreno più tecnico e concreto. Era esattamente quello che cercavamo per quella posizione. Inoltre ha una personalità solida, che si sta imponendo con naturalezza”.

Il primo banco di osservazione per Mekies è stato il Gran Premio del Belgio, dove ha preferito studiare l’organizzazione del team dall’interno. “Entrare in una squadra che vince da anni – ha osservato l’ex pilota di Graz – significa anche capire in profondità quali sono i meccanismi che funzionano e quali margini di miglioramento esistono. Non è un compito semplice, soprattutto a metà stagione, ma ha già cominciato a stabilire le priorità”.

Lo sguardo, inevitabilmente, è rivolto anche al futuro. L’avvicinamento al 2026, anno che segnerà l’introduzione dei nuovi regolamenti tecnici, rappresenta un capitolo fondamentale. Il manager francese aveva già elaborato una propria linea di sviluppo quando guidava la Racing Bulls: resta da capire se quelle idee possano essere trasferite con successo anche in Red Bull o se richiederanno adattamenti specifici.

Nelle prime settimane si è limitato a osservare e porre domande, ma ora iniziano ad arrivare i primi segnali della sua influenza. Gli effetti sul piano sportivo emergeranno con più lentezza, tuttavia l’intenzione è chiara: mantenere intatto lo spirito competitivo che ha reso Red Bull un punto di riferimento in Formula 1.

Red Bull Confronto tra Max Verstappen e Laurent Mekies durante il weekend del Gran Premio d’UngheriaRed Bull, Laurent Mekies: un anno per convincere Max Verstappen

Le sfide che attendono le donne e gli uomini della compagine austriaca sono enormi. Oltre alle nuove regole – comun denominatore per l’intera Formula 1, Red Bull si troverà a dover gestire il passaggio da Honda ai propulsori fatti in casa col supporto della Ford. Un potenziale shock per chi era abituato ad essere fornito trovandosi ora a giocare il ruolo del costruttore a tutto tondo.

Inoltre, sarà messo sotto stress il comparto tecnico che, dopo l’addio di Adrian Newey, non ha risposto bene. Pierre Waché non è riuscito ad esprimersi come il suo predecessore e ora sarà necessario uno scatto in avanti che potrebbe essere favorito anche dalla nuova galleria del vento che finalmente andrà a sostituire quella vetusta di Bedford.

Il 2026 sarà quindi un anno di valutazioni, soprattutto per Max Verstappen che ha allontanato i richiami provenienti da Brackley ma che non ha del tutto chiuso l’idea di trasferirsi in Mercedes, magari dal 2026 e dopo aver capito a che punto è il suo team e dov’è quello che lo cerca da oramai due anni consecutivi. Per Mekies si profila un lavoro molto molto duro.

Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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