di
Milvana Citter
La disavventura di Roberto Colusso: «Non sentivo nulla, la mia unica preoccupazione è che non le facessero del male. Ma oggi mi sembra di essere finito sotto un Tir»
«Quando mia mamma mi ha chiamato mi si è spento il cervello, avevo un unico obiettivo, proteggerla». Parla così Roberto Colusso, bodybuilder professionista che nella tarda serata del 22 luglio si è trovato faccia a faccia con due malviventi entrati nell’abitazione della madre a Musano di Trevignano. L’uomo ha avuto una colluttazione con uno dei due ed era riuscito a bloccarlo a terra, quando è stato colpito alle spalle dal complice. I due sono così riusciti a scappare.
Il 48enne è un body builder professionista, più volte campione italiano e personal trainer: «Non ho agito per fare loro del male, nemmeno per farli arrestare, la mia unica preoccupazione era mia mamma. Ho avuto paura che le avessero fatto del male» spiega Colusso. L’allarme è scattato poco dopo le 22, la madre del 48enne ha sentito dei rumori provenire dalla sua stanza da letto nell’abitazione, al piano terra, di via Palladio dove abita. «Era in cucina – racconta -, è andata a vedere, ha trovato la porta sbarrata e ha capito che dentro c’era qualcuno. Spaventata mi ha chiamato, io abito nell’abitazione accanto. Non ho nemmeno pensato a quello che facevo, sono uscito così com’ero, scalzo. La porta d’ingresso era chiusa, ho quindi fatto il giro della casa per andare in camera da letto. Non sentivo la mamma e temevo le avessero fatto qualcosa».
Svoltato l’angolo dell’abitazione, Colusso ha visto uno dei malviventi che, passamontagna calato sul volto, stava tranquillamente uscendo dalla finestra: «Non si aspettava di vedermi, l’ho afferrato e ho iniziato a colpirlo. Sono volati calci, pugni mentre lui, con un accento dell’est, mi urlava di andare via. Ero riuscito a bloccarlo a terra». Improvvisamente però, alle sue spalle è arrivato il complice che l’ha colpito ripetutamente con un corpo contundente: «Mi ha colpito alla schiena – continua Colusso -, alle braccia, alle gambe e due volte alla testa. I colpi in testa mi hanno fatto mollare la presa su quello che tenevo bloccato e così sono riusciti a scappare. Ne ho inseguito uno per alcuni metri, l’avevo quasi preso ma poi ho pensato a mia mamma e sono corso in casa».
La donna, 72 anni, fortunatamente era incolume ma sotto choc. Colusso per l’adrenalina e la preoccupazione non si era reso conto di essere insanguinato: «Ero una maschera di sangue ma non sentivo nulla – spiega -. In pronto soccorso mi hanno riscontrato varie lesioni, contusioni e ferite. Mi hanno messo alcuni punti di sutura in testa». I malviventi, che erano riusciti ad arraffare i gioielli della donna, scappando hanno abbandonato parte della refurtiva sul letto, mentre altri monili sono stati trovati dai carabinieri poco distante dall’abitazione. A due giorni dal fatto, Colusso sente le conseguenze della lotta col bandito: «Quella sera non sentivo nulla, ero come anestetizzato, ora mi sento come se un camion mi fosse passato sopra – conclude -. Ma la cosa che mi fa stare più male è mia mamma, lei l’ha vissuta molto male. Ormai i furti sono all’ordine del giorno e io sono preoccupato per le persone anziane e sole, come mia mamma. Sono vulnerabili e questi delinquenti lo sanno per questo li vanno a colpire. Quel che ho fatto io è stato solo per proteggere la mamma, quando ho visto che stava bene mi sono fermato».
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24 luglio 2025
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