CAMPOSAMPIERO (PADOVA) – La vita di Vladyslav Malamen si è fermata a sei anni a causa di un incidente stradale, ma la sua morte sta dando nuove speranze a tanti coetanei malati. Espiantato nella serata di venerdì all’ospedale di Padova, il cuore e poi, come hanno voluto i genitori, tutti gli altri organi che i chirurghi ritenevano utili per salvare più vite possibili.

APPROFONDIMENTI


Vladyslav, con il fratello di 12 anni e la mamma Antonina di 34, era giunto in Italia da Odessa da tre appena settimane. La loro casa distrutta dalle bombe russe. Mamma e due figli sono stati accolti nella canonica della parrocchia di Murelle di Villanova di Camposampiero, sotto la gestione della cooperativa sociale Levante di Padova. Il papà Viacheslav vive e lavora in Germania, il fratello diciottenne abita e lavora invece in Bulgaria. Entrambi sono arrivati in Italia precipitosamente non appena informati del gravissimo incidente avvenuto mercoledì scorso a Santa Maria di Sala (Venezia). Mamma e figlioletto erano in bicicletta. Attraversavano la strada sulle strisce pedonali. Un’auto si era fermata per dare la precedenza, un’altra che sopraggiungeva no, il perchè lo stabiliranno i carabinieri, e il 25enne automobilista veneziano che ha falciato Vladyslav ora è indagato per omicidio stradale. Le condizioni cliniche sono apparse subito gravissime. Trasportato in elicottero all’ospedale di Padova, è apparso subito evidente che le condizioni erano gravissime. Nel pomeriggio di venerdì la famiglia è stata riunita nella divisione di terapia intensiva per l’ultimo saluto: una volta spiegato che nulla era più possibile, mamma e papà hanno capito che la morte del loro terzogenito poteva diventare vita moltiplicata. Non hanno esitato a dire di sì. L’equipe chirurgica si è messa al lavoro verso le 20 terminando prima di mezzanotte. 

Vladyslav Malamen morto a 6 anni travolto da un’auto, l’ultimo gesto d’amore: il piccolo in vita aspettando l’espianto degli organi. Sarà sepolto in Ucraina

LA CELEBRAZIONE

«Un gesto di grande generosità. Grazie ai genitori che hanno pensato a fare questo: stimolo di speranza anche per le tante persone che come loro sono dentro ad una guerra che sembra non trovare fine. La sofferenza è grande per una tragedia che non si commenta», sono le parole di don Mirco Zoccarato che ieri mattina assieme al vice presidente della cooperativa Levante Roberto Tuninetti, alla consigliera comunale Martina Marin, a volontari, parrocchiani e cittadini ucraini, si sono ritrovati nel giardino della canonica per ricordare e pregare per Vladyslav, con l’aiuto della traduttrice Caterina arrivata tre anni fa dall’Ucraina. Un segno di unione, fisica e spirituale con la famiglia Malamen.

Nello spazio dove giocava fino a quattro giorni fa, una sessantina di persone gli hanno reso omaggio con discorsi e preghiere. «A nome della famiglia vi ringrazio per l’accoglienza che ci state dando e per quanto state facendo adesso – le parole commosse del papà – Invito a fare sempre attenzione perché la vita è importante». 
«Vlady con la sua donazione ci insegna l’importanza della pace – ha sottolineato don Mirco – Era qui per trovare la pace, per ricevere, ed ha donato la vita, il dono più grande. Un gesto che ci insegna ad avere fede ed essere forti. Un segno di pace per l’Ucraina e per la martoriata Terra Santa».

IL RIMPATRIO

Adesso è cominciata la trafila burocratica per il rimpatrio del feretro nella terra natia. Si sta adoperando anche la Prefettura di Padova. Con l’obiettivo di utilizzare un mezzo aereo evitando una lunga trasferta in auto. Operazione che in ogni caso ha dei costi ed ogni sostegno è ben accetto.

A settembre Vladyslav avrebbe cominciato la prima elementare. Nuovi amici, tante cose da imparare per crescere sereno. Il destino ha voluto sia stato lui ad insegnare (e i suoi genitori) quanto la vita sia importante.