Cari amici di Occam, prima di iniziare il nostro viaggio di oggi, vi ricordo che da questa newsletter è nato anche un podcast. Si chiama “Non è vero niente”, e lo potete ascoltare su Huffpost, su Spotify, su Apple, su Youtube e su tutte le vostre piattaforme preferite. Come dicono quelli bravi, se dopo l’ascolto vi è piaciuto, le cinque stelle e il “segui” sono assai graditi.
Da diversi giorni il ministro della Salute Orazio Schillaci è nell’occhio del ciclone delle polemiche politiche. Lo attaccano un po’ tutti, le opposizioni ma anche i colleghi della maggioranza. Schillaci ha fatto un grosso pasticcio. Ha prima nominato due medici idoli dei no-vax in una commissione ministeriale che ha il compito di dare pareri consultivi sui vaccini. Poi, dopo la sollevazione del mondo medico-scientifico italiano, è tornato sui suoi passi azzerando l’intera commissione.
Il problema fondamentale per Schillaci è che almeno due partiti su tre della maggioranza, Fratelli d’Italia e Lega, alla narrazione del grande complotto della pandemia, la dittatura sanitaria e i burattinai delle grandi aziende farmaceutiche credono davvero. E quindi è il fuoco amico il principale problema del ministro della Salute.
In un articolo pubblicato qualche giorno fa su HuffPost ho cercato di focalizzare un punto. Raccontare cioè che la destra italiana (ma anche quella internazionale) sostenga posizioni antiscientifiche – con il pretesto della libertà di parola e di espressione – semplicemente perché è alla ricerca dei voti dei no-vax è riduttivo e non inquadra una linea di frattura che condiziona i nostri tempi:
“C’è un mondo prima e un mondo post Covid, e c’è una destra prima e una destra post Covid. In questa nuova destra la questione pandemica è insieme una ferita e un argomento di rivalsa, ma soprattutto la seconda, la rivalsa. La narrazione alla quale allude costantemente Meloni, le accuse di esperimenti sociali sulla pelle della gente, i lockdown come dittatura sanitaria, presuppone uno straordinario sistema totalitario che rimane in vigore per la durata di qualche mese, e poi si ritira in buon ordine dopo aver assaporato il potere assoluto, un caso davvero unico nella storia dell’umanità. Eppure questo frame narrativo è estremamente diffuso nella società, si è insinuato nelle fratture sociali di una situazione straordinaria ed emergenziale, non sempre gestita all’altezza, che ha sostanzialmente colto impreparate le democrazie liberali. Fratture economiche ma anche di senso nel quale si è infilata la decostruzione delle verità condivise, il fiorire di teorie cospirazioniste, o anche la semplice volontà di rivalsa politica che sono state il carburante dei movimenti della destra populista a livello internazionale, della quale il nostro paese non è immune”.
Esponenti di primo piano del partito di Giorgia Meloni come il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami hanno difeso i due medici al centro delle critiche con un’argomentazione che suonava più o meno così: noi siamo per la libera espressione del pensiero, è giusto che vengano considerate anche opinioni diverse. Eugenio Serravalle, uno dei due medici in questione, ha anche scritto al nostro sito piccato perché in alcuni articoli è stato definito no-vax.
Cari amici di Occam, senza volerci addentrare nella battaglia politica e tra studi e controstudi che confermano quella o quell’altra posizione, proviamo a stendere un filo rosso che prova a tirarci fuori dalla lotta agostana nel fango e a dare un contesto a quel di cui stiamo parlando.
Eugenio Serravalle, il medico che non vuole essere definito no-vax, l’anno scorso ha scritto la prefazione e poi presentato l’ultimo bestseller di Robert Kennedy Jr. Nell’invito a una di queste presentazioni si legge che è “un libro indispensabile per poter scegliere in modo consapevole, un’ occasione unica e irripetibile!”.
Kennedy è il Segretario alla Salute del governo americano. Negli scorsi anni ha presentato una petizione per far ritirare dal commercio tutti i vaccini anti-Covid, ha scritto che Anthony Fauci e Bill Gates hanno tramato per prolungare l’emergenza pandemica a beneficio del “cartello dei vaccini”, e ha detto che, cito letteralmente, “il Covid-19 è mirato ad attaccare i caucasici e i neri, le persone più immuni sono gli ebrei ashkenaziti e i cinesi, non sappiamo se sia un attacco deliberato o meno”.
Dunque per il ministro della Salute di Donald Trump, stimato da Serravalle al punto tale di avere l’onere e l’onore di scrivere la prefazione al suo ultimo bestseller, il Covid sarebbe stata un’arma di ebrei e cinesi per far fuori la poolazione bianca e afrodiscendente. Però magari anche lui non è no-vax.
Solo che diventa ancora più difficile sostenerlo in virtù del fatto che Kennedy è stato negli ultimi anni il più grande megafono della correlazione tra la vaccinazione e l’autismo.
Quella della correlazione tra vaccini e autismo è una delle fake-news in campo vaccinale più dura a morire, pur essendo stata clamorosamente smentita ormai da diversi lustri.
Trump, che è un’incredibile spugna pronta ad assorbire qualunque tipo di teoria cospirativa se funzionale alla propria narrazione (e c’è da dire che in molti casi sembra proprio crederci), anche grazie all’influsso di Kennedy l’ha più volte rilanciata da quando è presidente.
In un’incredibile dichiarazione dello scorso febbraio, citava tra le cause dell’aumento esponenziale delle diagnosi infantili di autismo “qualcosa che spruzzano nell’aria”, in un formidabile crossover tra la teoria del complotto vaccini/autismo con quella delle scie chimiche (non a caso rilanciata in Italia da Cesare Sacchetti, uno dei più seguiti account di disinformazione e complottismo in Italia).
Robert Kennedy è il produttore di un documentario che si chiama “Vaxxed II: The People’s Truth”. Come avrete notato dal titolo è un sequel. “Vaxxed”, il primo della serie, è invece stato prodotto da Del Bigtree, che di Kennedy è il più stretto collaboratore, nonché coordinatore della campagna elettorale per le presidenziali del 2024, poi abbandonata per sostenere Trump.
Entrambi sono documentari di propaganda anti-vaccinista, e sostengono, in poche parole, che le autorità degli Stati Uniti nascondano i veri dati sulla correlazione tra vaccini e autismo perché compartecipi di un’immonda alleanza con Big Pharma, la costellazione di colossi farmaceutici che comandano davvero e corrompono le autorità pubbliche.
Entrambi i documentari portano la firma di Andrew Wakefield. E Andrew Wakefield è l’ideatore della bufala dei vaccini che provocano l’autismo.
Trump e Kennedy parlano di “un’epidemia di casi di autismo”. E in effetti negli ultimi anni ne sono stati rilevati di più rispetto al passato, ma la comunità scientifica è concorde nell’individuare due cause di questa tendenza che sono entrambe “estranee” alla malattia in sé. Da un lato la comunità scientifica ha ampliato le categorie diagnostiche nelle quali rientrano forme più o meno gravi di quel che oggi è considerato lo spettro dell’autismo. Dall’altro il numero degli sceening prenatali e neonatali è aumentato esponenzialmente rispetto a quel che succedeva qualche lustro fa. Ci sono anche una serie di altri fattori minori, e se siete interessati qui potete trovare una spiegazione abbastanza completa ed esaustiva. Ma Trump e Kennedy non sembrano minimamente considerare questi dati. Il loro punto di riferimento è Andew Wakefield.
Nel 1998 Wakefield era un medico che pubblicò sulla prestigiosissima rivista britannica Lancet un articolo che metteva in correlazione l’insorgenza dell’autismo con la somministrazione dei vaccini. Solo che la scienza non è un’opinione, e tutti i ricercatori che provarono a replicare i risultati da lui raggiunti per continuare su quel filone di ricerca non trovarono alcuna conferma.
I risultati della ricerca di Wakefield si dimostrarono fin da subito controversi, e vennero contestati da buona parte della comunità scientifica. Per di più diversi studi ne confutarono l’attendibilità e il metodo con cui era stata condotta.
Nel 2004 poi, il Sunday Times rivelò un gigantesco conflitto d’interessi dietro il lavoro di Wakefield. Il medico aveva ricevuto 400mila sterline da alcuni avvocati che stavano intentando una causa proprio contro i produttori dei vaccini oggetto dello studio, che avevano tutto l’interesse a minarne la credibilità nella comunità scientifica.
Non solo. Nello stesso periodo in cui Wakefield faceva ricerche e poi pubblicava il suo studio, stava contemporaneamente lavorando a un brevetto per un vaccino alternativo, pronto a sostituire quelli screditati e a renderlo milionario. Un bel controsenso per chi delle accuse sui conflitti di interessi tra medici e Big Pharma (che pur esistono) ne fa un cavallo di battaglia politico.
La conclusione della storia è che Lancet si scusò e ritrattò lo studio, Wakefield fu radiato da medico e da allora si è ritagliato il ruolo di attivista anti-vaccino, documentarista e paladino di una scienza alternativa. Il seme del suo studio-fake ha trovato un terreno fertile nel mondo cospirazionista e no-vax.
Qualche giorno fa il New York Times ha pubblicato un lunghissimo articolo che parla di Mark e David Greier. Sono due medici, padre e figlio, autori di gran parte della letteratura medica che oggi sostiene le tesi di Wakefield. Dati alla mano, il quotidiano newyorkese dimostra che l’enorme mole di studi e ricerche dei Greier funziona così: pubblicano i loro paper su riviste prive di una review di qualunque tipo, e citano quegli stessi studi a suffragio dei loro successivi lavori. L’enorme mole di note a piè pagina che suffragano le loro tesi è un insieme di scatole cinesi di autocitazioni senza soluzione di continuità.
Nell’epoca del post-Covid e della decostruzione delle istituzioni scientifiche, gettate nel calderone della lotta nel fango politica, le teorie di Wakefield sono tornate a circolare con insistenza, nel grande rumore di fondo delle teorie antivacciniste.
Sono state fatte proprie da Trump, grazie all’erede eretico di una delle più celebri famiglie d’America, Robert Kennedy Jr, che oggi ricopre la carica di Segretario alla Salute degli Stati Uniti. Il cui ultimo libro pseudoscientifico nella sua edizione italiana ha la prefazione di uno dei medici idoli dei no-vax che è stato prima nominato e poi defenestrato dal ministro Schillaci. E che viene difeso dai due principali partiti della maggioranza che governa il nostro paese.