di
Chiara Maffioletti

Un tour a 40 anni dal debutto tv: «Daremo le stesse emozioni a quei bimbi diventati adulti»

Ogni giorno, per vent’anni, due milioni di bambini hanno aspettato le 16 per fare un’unica cosa: accendere la tv e guardare «Bim Bum Bam». A 40 anni dal debutto dello storico programma per ragazzi di Mediaset, due dei suoi protagonisti — Manuela Blanchard e Marco Bellavia — riporteranno quell’universo a teatro, in una tournée (debutto ad Alba il 18 ottobre, al Lirico di Milano il 29) che toccherà tutta Italia. Assieme a loro, il simbolo di quel periodo, il pupazzo rosa Uan.

«In questi anni, incontrando il pubblico, abbiamo capito in quanti avrebbero voluto rivedere “Bim Bum Bam” — spiega Blanchard—. Un affetto che ci ha fatto capire cosa ha rappresentato quella trasmissione. Sappiamo di aver lasciato un segno, tanto che i bambini di quegli anni, diventati ormai grandi, vorrebbero provare ancora quelle emozioni… Non a caso, anche chi ha pensato a questo spettacolo era un nostro ex spettatore».



















































Di tempo ne è passato. «Io sono l’unico che dovrà farsi la tinta — ammette Bellavia —. Uan è tale e quale: nemmeno un pelo bianco tra i rosa, ho cercato». Il conduttore era considerato il bello del programma, il fidanzato di Licia (interpretata da Cristina D’Avena): «Era il 1986, avevo 22 anni. Un produttore di allora mi disse: vi rendete conto che diventerete famosissimi? Mi misi a ridere. Poco dopo avevo centinaia di ragazzine che mi aspettavano sotto casa. All’epoca giocavo a calcio con Bonolis, eravamo amici, e alla fine di una partita la mia macchina era ricoperta di bigliettini, disegni fatti con il rossetto… Lui rideva, aveva lasciato da poco il programma ma comunque non faceva questo effetto. Ho sempre cercato di imparare da lui e dai più bravi: in quegli anni io magari lo ero meno, ma piacevo di più».

«Marco era l’Alain Delon di “Bim Bum Bam” — ammette Blanchard —, io la babysitter a cui i genitori avrebbero affidato i loro bambini. I primi anni ho lavorato con Bonolis, un vero animale da palcoscenico in una tv in cui quasi non c’erano i copioni, si andava a braccio. Infatti venni scelta perché ero spontanea nel mio modo di interagire con Uan, pupazzo creato da Enrico Valenti e animato così bene dalla voce di Giancarlo Muratori, che a me sembrava davvero una strana creatura vivente, non ho fatto grande fatica».

Proprio Uan, nello spettacolo, torna in scena per controllare come sono cresciuti i «suoi» bambini. «Vuole riportare un po’ la leggerezza di allora, attraverso sketch e sigle di cartoni tv, suonate da Enzo Draghi, che ne è anche autore, e la sua band».

Quella tv potrebbe esistere oggi? Riprende Bellavia. «Sono cambiate molte cose, ma sono convinto che se Mediaset trasmettesse le repliche di “Bim Bum Bam” o “Love me Licia”, in tanti le guarderebbero. Il pubblico dei più piccoli è l’unico che si rigenera ogni cinque anni, non a caso telefilm come “Pippi Calzelunghe” vanno in replica da 50 anni e sono sempre visti».

Voi eravate gli amici di tutti i bambini. «Ci fecero vincere i Telegatti, ci scrivevano valanghe di letterine, nelle buste infilavano di tutto: regalini, ciondoli… Venivano riposte in grandi sacchi, ma cercavamo di leggerle tutte, mettendoci anche anni». In fondo, riflette Bellavia, «era il primo esempio di tv interattiva. Siamo stati tra i primi anche a fare le telefonate in diretta; cose che, col senno di poi, si sono rivelate all’avanguardia».

Vi siete mai sentiti ingabbiati dalla tv per bambini? «A me è stato proprio detto — svela Blanchard —. Del resto, pure a Bonolis avevano detto che non aveva l’appeal per fare altro dopo essere stato in quel contesto… Alla fine ha dimostrato che non era così».

«Io per lo stesso motivo avevo chiesto aiuto proprio a Paolo — ricorda Bellavia —, mi ha dato una mano ma non sono riuscito a fare il salto. Negli anni mi ero un po’ impantanato e avevo quasi smesso di fare questo mestiere».

Motivo per cui questo show ha un grande valore. «Sarebbe stato bello avere sul palco anche gli altri protagonisti del programma: Carlotta, Deborah, Roberto, Carlo. Hanno iniziato con noi, eravamo un bellissimo gruppo. All’epoca, dopo il Telegatto, Renzo Arbore ci disse che eravamo gli eredi di “Alto gradimento”, un complimento incredibile».

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24 agosto 2025