Sul caso della dottoressa e dell’infermiera del Casentino che hanno girato dei video in cui compaiono gettando dei farmaci israeliani nel cestino come forma di boicottaggio di Israele e supporto alla causa palestinese a seguito degli attacchi a Gaza, la conferenza delle Donne Democratiche della provincia di Arezzo, attraverso una nota esprime la propria solidarietà alle due sanitarie della Casa di Comunità di Pratovecchio-Stia, per via della “gogna mediatica” cui sono state sottoposte. “L’azienda sanitaria per cui lavorano – si legge – ha già avviato le indagini interne e, se necessario, prenderà i provvedimenti opportuni. Non spetta ai social o ai commentatori improvvisati ergersi a giudici: il clima di odio, diffamazione e richieste di licenziamento che si è scatenato è ingiusto e lesivo della dignità personale e professionale delle due operatrici. Il gesto da loro compiuto – gettare nel cestino campioni gratuiti di prodotti a marchio israeliano, poi recuperati – è stato un atto simbolico di protesta contro il massacro in corso a Gaza. Le due professioniste hanno inoltre chiarito pubblicamente, con un video di scuse, che si trattava di un gesto simbolico e che non vi è stato alcuno spreco di farmaci. Ciò che colpisce è la sproporzione tra il gesto e la violenza mediatica subita: un accanimento che non solo mette a rischio la loro reputazione e il loro lavoro, ma pesa anche sulle loro famiglie e sulla loro salute. Episodi del genere ci ricordano quanto facilmente la macchina dell’odio possa diventare devastante, fino a conseguenze estreme. Concordiamo pienamente con la valutazione del consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli, che ha espresso solidarietà e sostegno alle due professioniste, ribadendo come sia necessario difendere la loro dignità e professionalità. Come Conferenza delle Donne Democratiche confemriamo il sostegno alle sanitarie e chiediamo che l’attenzione torni al tema che esse hanno voluto sollevare: la necessità di fermare il massacro a Gaza. Un gesto simbolico di coraggio non può trasformarsi in una condanna pubblica.

La realtà e la solidarietà prevalgono sulla manipolazione e l’odio”.