Le parole dell’allenatore dei nerazzurri in conferenza stampa alla vigilia di Inter-Torino: “Sul mercato la linea è quella di andare su giovani”
Dal nostro inviato Filippo Conticello
24 agosto 2025 (modifica alle 14:44) – APPIANO GENTILE (COMO)
Quando gli fanno notare che uno straniero al debutto sulla panchina nerazzurra non vince dai tempi di Cuper, Cristian Chivu fa sparire improvvisamente le mani: “Mi sto toccando…”, dice tra le risate nella sala di stampa di Appiano. Onesto, ma pure assai schietto, deciso, appuntito nella prima conferenza di vigilia di A della sua seconda vita interista, quella da allenatore. Domani a San Siro arriva il Toro e per i nerazzurri inizia un’altra era geologica, al tecnico romeno il compito di traghettare un popolo oltre il passato e verso il futuro: “E’ stata una preparazione breve, ma intensa – ha detto -. Abbiamo lavorato sodo, siamo ancora un cantiere aperto, vogliamo migliorare le prestazioni a livello individuale e collettivo, ma siamo pronti per iniziare. Da parte mia voglio portare il carattere, la capacità di capire i momenti, anche quelli meno belli, e saperli gestire”. A sentire una vecchia conoscenza da queste parti come Lele Oriali, la sua Inter sarebbe strafavorita per la vittoria, ma Chivu ha rispedito la palla sul campo napoletano: “Do ragione ad Allegri, chi vince lo scudetto rimane sempre favorito l’anno dopo. Lele è un amico, ma con quello che hanno speso e con la squadra che già avevano sono loro i favoriti…”, è stata la contro-frecciata.
mercato—
L’estate nerazzurra è stata segnata dalla caccia a Lookman prima della sterzata verso un centrocampista e l’arrivo di Diouf, tutto con la sovrintendenza dello stesso Chivu: “Il mercato è sempre stato mirato. Avevamo scelto qualche nome, poi le società con cui abbiamo trattato hanno dichiarato i calciatori incedibili. Lo hanno fatto perché è un loro diritto, è successo anche a noi… Siamo stati coerenti, abbiamo mantenuto la linea della società di investire tanto su giovani che sono già pronti per giocare nell’Inter. Per noi conta più la qualità che la quantità, qui c’è il mix perfetto con giocatori più esperti per farli esplodere”. Nessuna polemica, invece, sul fatto che il mercato sia ancora aperto, anche perché presto o tardi potrebbe arrivare un difensore: “Quello che pensiamo noi vale poco, sono regole imposte dalla Uefa…. Sarebbe meglio iniziare la stagione avendo chiaro il futuro di tutti, ma fa parte del gioco non sapere mai chi arriva e chi parte. Bisogna saper prevenire tutte queste incognite che potrebbero accadere a mercato aperto”.
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fino in fondo—
Adesso c’è solo il campionato, il Toro e un San Siro che sarà ben diverso dall’entusiasmo di un tempo: “Io non temo niente, noi non temiamo niente. Ovvio che non puoi controllare cosa può accadere durante la partita, ma quando sei riuscito a metterti alle spalle il passato, non devi temere niente. La mentalità fa la differenza. Sono orgoglioso di essere l’allenatore dell’Inter e consapevole della responsabilità che ho, ma giochiamo contro un Torino che ha investito bene. Ha cambiato tanto, però la struttura è rimasta ed è una squadra ostica, ha principi, sa fare cose: Baroni gode della mia stima per quello che ha fatto e verrà a giocarsi le sue carte. Spero, poi, che la situazione dei tifosi non influisca sui miei calciatori. Spero non pensino a quello che può accadere e che questa situazione si risolva il prima possibile. La squadra ha bisogno di tutti loro…”. Un ultimo passaggio, poi, piuttosto intimo, che sa di risposta a chi lo considera forse non ancora pronto per questa sfida: “Qualcuno mi dirà che sono inesperto, ma l’esperienza della vita mi fa vedere il calcio in maniera diversa. In Italia siamo un po’ schiavi del risultato, così non si ha tempo per portare avanti alcune idee. Non esiste una regola, esiste il tempo e la maturità di un club, dell’allenatore e dei calciatori. Nell’Inter il tempo non esiste e bisogna partire forti già da domani. Le aspettative sono alte e l’obiettivo è sempre migliorarsi, arrivare fino in fondo”.
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