Il recente sgombero del centro sociale Leoncavallo, avvenuto a Milano dopo oltre trent’anni di occupazione, continua a generare reazioni politiche nette e contrasti istituzionali. Secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, l’intervento non è stato improvviso, ma frutto di un procedimento avviato da anni e giunto a un punto in cui «non era più procrastinabile».

“Lo Stato doveva risarcire 3 mln di euro”

«Non si è trattato di uno sgombero anticipato – ha dichiarato nelle scorse ore Piantedosi dal palco del Meeting di Rimini – ma al contrario, di un’azione arrivata con grande ritardo. Lo Stato è stato condannato a risarcire oltre 3 milioni di euro per i dieci anni di ritardo nell’esecuzione dello sfratto. E ulteriori rinvii avrebbero comportato il pagamento di circa 300mila euro ogni anno». Il ministro ha poi ricordato che già durante il suo mandato da prefetto di Roma aveva inserito anche Casapound tra gli immobili da sottoporre a sgombero per occupazione abusiva. 

«Anche quel caso rientra nella lista degli stabili abusivamente occupati che, prima o poi, dovranno essere affrontati», ha detto, sottolineando come il principio del rispetto della legge valga per tutte le situazioni analoghe.

Parole in linea con quelle del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che da un’altra sede – l’evento “Quattro di Sera” – ha criticato la reazione del sindaco di Milano Giuseppe Sala allo sgombero. «Mi spiace che il mio sindaco abbia detto che era una grande eredità sociale – ha detto Salvini –. Il Leoncavallo era un’occupazione ai danni di un privato cittadino che ha dovuto fare causa allo Stato. Trentuno anni di illegalità li hanno pagati i cittadini». Salvini ha poi rivendicato l’attività del governo attuale sul tema: «Da quando ci siamo insediati, in Italia sono stati eseguiti quattromila sgomberi di immobili occupati». A proposito di altri possibili interventi, ha indicato genericamente i centri sociali di Torino come aree critiche, legandoli alle proteste contro la Tav: «Ci sono persone che di tanto in tanto lanciano bombe e assaltano cantieri».

“Abusivi non possono avere spazi pubblici gratuiti”

Più netta la posizione di Forza Italia. Il presidente dei senatori del partito, Maurizio Gasparri, ha attaccato duramente il sindaco Sala, criticandolo per aver espresso la volontà di individuare una nuova sede per il Leoncavallo. «Questa gente – ha dichiarato – può dare il proprio contributo alla città rispettando la legge e pagando l’affitto, non certo ottenendo spazi pubblici gratuiti. Non si concedano locali a chi non ha mai rispettato le regole. I cittadini hanno già pagato abbastanza».

Gasparri ha definito «indispensabile» l’esclusione del sindaco Sala dalle informazioni preliminari allo sgombero, sostenendo che «avvisare chi ha protetto l’occupazione avrebbe potuto favorire reazioni dal fronte dell’abuso».

Il futuro del centro Leoncavallo rimane incerto. La vicenda continua a sollevare interrogativi anche sul ruolo delle istituzioni locali e sul destino degli spazi legati all’associazionismo informale, tra legalità e memoria politica.