A Roccella Ionica nelle scorse ore sono arrivate una sessantina di persone. A Lampedusa, nella tarda serata di ieri, sono giunti una cinquantina di cittadini stranieri soccorsi dalla nave Ong Nadir: sbarcati anche i corpi senza vita di tre ragazze minorenni. Continuano le polemiche tra le Ong e il Viminale. Sos Mediterranee: “Assegnato porto di sbarco a oltre 1.300 km di distanza”. Mediterranea Saving Humans, che ieri è approdata a Trapani anziché Genova: “Dignità e vita umana vengono prima di tutto”

Continuano gli sbarchi di migranti sulle coste italiane. A Roccella Ionica, in Calabria, nelle scorse ore sono arrivate una sessantina di persone. A Lampedusa, nella tarda serata di ieri, sono giunti una cinquantina di cittadini stranieri soccorsi dalla nave Ong Nadir: sbarcati anche i corpi senza vita di tre ragazze minorenni. E intanto, insieme ai salvataggi, continuano anche le polemiche tra le Ong e il Viminale per l’assegnazione dei porti (MIGRANTI, LO SPECIALE).

La polemica sui porti

La scorsa notte la nave Ocean Viking della Ong Sos Mediterranee ha salvato 47 persone, tra le quali 9 minori non accompagnati, che erano nelle acque internazionali al largo della Libia a bordo di un gommone in difficoltà. La nave è intervenuta dopo un alert di AlarmPhone. La gran parte dei migranti proviene dal Sudan. La Ong si è lamentata del fatto che “le autorità italiane hanno assegnato” per lo sbarco “il porto di Marina di Carrara, a oltre 1.300 km di distanza e a 3 giorni e mezzo di navigazione”. “Ancora una volta questo porto distante ci allontana dal Mediterraneo centrale, dove sono disperatamente necessari gli sforzi di soccorso. Questa pratica costa vite umane ogni giorno”, ha denunciato Sos Mediterranee.

La decisione di Mediterranea Saving Humans

Una denuncia arrivata a poche ore dalla decisione presa da Mediterranea Saving Humans, che ieri sera ha portato a Trapani 10 migranti – soccorsi nel Canale di Sicilia tra mercoledì e giovedì – contravvenendo alle indicazioni del Viminale che aveva indicato in Genova (distante circa 600 miglia nautiche, oltre mille chilometri, tre giorni di navigazione) il porto sicuro. Il capomissione Beppe Caccia aveva chiesto di sbarcare in un porto più vicino poi, considerando anche le onde alte 2 metri e mezzo, ha rotto gli indugi e ha deciso di fare rotta su Trapani. “Abbiamo scelto di riaffermare un principio basilare, oggi tutt’altro che scontato: la dignità e la vita umana vengono prima di ogni altra considerazione”, ha detto Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans. “Lasciare per giorni dei naufraghi traumatizzati a bordo di una nave, esposti nuovamente a un contesto che ricorda loro l’inferno appena vissuto, è inaccettabile. È come costringere una persona ustionata a restare tra le fiamme. La cura comincia dalla comprensione, dalla capacità di mettersi nei panni degli altri. È per questo che abbiamo deciso di attraccare a Trapani. Siamo consapevoli delle conseguenze che questa decisione può comportare in un contesto in cui le operazioni di soccorso vengono penalizzate e criminalizzate, mentre i trafficanti di esseri umani e le violazioni sistematiche dei diritti prosperano impunite”, ha spiegato. E ancora: “Le persone soccorse erano state brutalmente aggredite, picchiate e gettate in mare, trattate come oggetti da smaltire. Non possiamo accettare una visione del mondo in cui gli esseri umani sono trattati come merce. Abbiamo detto no a questa logica disumana, perché ciò che oggi viene inflitto a chi è considerato ‘umanità di scarto’, domani potrebbe colpire tutti noi. Abbiamo messo un freno come abbiamo potuto”.

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Gli arrivi a Lampedusa

Intanto, nella tarda serata di ieri sono arrivati al molo commerciale di Lampedusa i 54 migranti, tra cui 7 donne e 4 minori, soccorsi dalla nave Ong Nadir insieme ai 14 cittadini stranieri già trasferiti in precedenza dalla motovedetta della guardia costiera. Il gruppo è composto da cittadini nigeriani, etiopi, eritrei, malesi, ivoriani e sudanesi. Erano partiti su un gommone di 7 metri che ha iniziato a imbarcare acqua al largo della Libia. A Lampedusa sono arrivati anche i corpi senza vita di tre ragazze minorenni. Secondo le testimonianze raccolte dai volontari, ci sarebbe una persona dispersa in mare. I corpi delle tre ragazze stati trasferiti alla camera mortuaria di Cala Pisana, dove si trovano ancora tre dei 23 cadaveri recuperati nel naufragio del 13 agosto: si tratta di tre cittadini egiziani che sono stati identificati dai parenti e per i quali è stato chiesto il rimpatrio delle salme.

Gli arrivi a Roccella Ionica

Continuano gli sbarchi anche nel porto di Roccella Ionica: negli ultimi quattro mesi ce ne sono stati 14, tre dei quali negli ultimi cinque giorni. Nelle ultime ore i migranti arrivati sono stati 65, di nazionalità iraniana, irachena e palestinese. Sono stati individuati, nel corso di una difficile operazione di soccorso in mare, dai militari della Guardia costiera di Roccella Ionica. Tra i migranti anche nove donne, quattro bambini e nove minori non accompagnati. I migranti, partiti cinque giorni fa dalla Turchia, si trovavano a bordo di una barca a vela di circa 12 metri. Dopo il trasbordo per motivi di sicurezza sulla motovedetta della Guardia costiera, i 65 migranti sono stati portati nel porto e dopo lo sbarco, al termine di un primo controllo da parte delle forze dell’ordine e del personale medico dell’Azienda sanitaria provinciale, sono stati affidati ai volontari della Croce Rossa e ospitati nel centro di prima accoglienza e soccorso allestito nell’area portuale.

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