Finalmente, ecco l’ibrida. Basta un rapido sguarda al listino della Omoda 5, SUV compatto cinese, e ai buoni numeri di vendita degli ultimi mesi per rendersi subito conto che, ad oggi, un ibrido ben fatto potrebbe minare le certezze all’interno di un segmento competitivo e in continuo cambiamento come quello dei “crossover da città”.
In Omoda hanno fiutato l’opportunità e hanno lanciato sul mercato la versione ibrida della 5. Attenzione però, non un ibrido qualsiasi ma un full hybrid (per cui la macchina si muove anche in elettrico e non deve essere ricaricata alla colonnina come i più complessi plug-in) dai consumi bassi e, immaginiamo, dal prezzo competitivo. Tutte qualità che, unite a un design accattivante, sono imprescindibili – in Italia – per poter vedere bene un’auto.
Per provarla in anteprima sono volato a Wuhu, in Cina, dove la Omoda 5 viene prodotta: ecco come è fatta, come va e quanto consuma!
Esterni | Interni | Guida | Prezzi
La Omoda 5 appartiene al segmento dei C-SUV e a livello di dimensioni si posiziona sul mercato – per citare modelli concorrenti più o meno dello stesso prezzo – tra la più piccola Dacia Duster e la più grande Nissan Qashqai: è lunga 4,44 metri, larga 1 e 82 e alta 1,59 con un passo di 2,61 metri, misure generose che, come vedremo tra poco, le permettono di garantire una buona abitabilità a cinque passeggeri, merito anche degli sbalzi ridotti. Con l’arrivo di questa nuova motorizzazione ibrida, in Omoda ne hanno approfittato anche per ritoccare l’anteriore dell’auto, dove adesso spicca una nuova griglia dalla trama più sottile ed elegante.
Omoda 5 ibrida (2025), il frontale
Foto di: Omoda
Per il resto, l’Omoda 5 è rimasta pressoché identica a prima, quindi contraddistinta da uno stile generale accattivante, futuristico soprattutto davanti, che strizza l’occhio a una clientela giovanile. Le luci diurne sono orizzontali e sottili e rendono lo sguardo più aggressivo, con il gruppo ottico principale a LED che è concentrato subito sotto. La fiancata è movimentata e tagliata dall’alta linea di cintura che corre da faro a faro mentre il posteriore è più classico, con lo skid inferiore a contrasto che richiama al mondo dei fuoristrada (insieme ai passaruota in plastica e ai mancorrenti sul tetto). I cerchi sono di serie da 18″.
Gli interni della Omoda 5 non sono stati toccati dai designer per cui non c’è un elemento che distingue questa versione dalle altre motorizzazioni in gamma. Le uniche differenze si trovano a livello software: il sistema è stato aggiornato, non nella grafica che è identica a prima ma nella fluidità e nella velocità, e ci sono una serie di schermate specifiche per gestire le impostazioni dell’auto relative alla marcia in modalità ibrida e alla rigenerazione. I due display sono da oltre 10″ e il sistema è compatibile con Apple CarPlay e Android Auto.
L’abitacolo è curato e sono piacevoli anche i materiali utilizzati, con rivestimenti morbidi sulla plancia e sull’interno posta alternati a più rigidi ma comunque lavorati per restituire una maggiore sensazione di qualità. I tasti fisici sono pochissimi, esclusi quelli sul volante, e si concentrano sul tunnel centrale, mentre ce ne sono una serie a sfioramento alla sinistra della strumentazione digitale. Questi li ho trovati abbastanza inutili, li avrei preferiti – per esempio – al centro della consolle e più alla portata del passeggero che, in questo modo, non ha nemmeno un tasto a disposizione per poter regolare il volume dell’infotainment.
Omoda 5, gli interni della versione elettrica
Una piccola pecca di ergonomia in un abitacolo comunque ben studiato. Lo spazio è abbondante per quattro persone, in cinque si viaggia un po’ stretti, e anche i più alti che siedono dietro (io per esempio supero il metro e 90) non avranno problemi per ginocchia o testa. Giusto il guidatore, se molto alto, rischia di sfiorare il cielo a causa del tetto panoramico apribile che mangia qualche centimetro utile in altezza. Per finire, il bagagliaio è più piccolo rispetto a quanto offre la concorrenza perché sotto il pavimento è alloggiato il pacco batterie del sistema ibrido: parte da 300 litri e supera di poco i 1.000 a sedili posteriori giù.
Per prima cosa, inquadriamo la Omoda 5 dalla scheda tecnica che è molto interessante. Sotto il cofano infatti c’è un sistema ibrido full da 224 CV totali, 143 derivanti dal motore 1.5 a quattro cilindri a benzina e 204 dal motore elettrico. Quest’ultimo è alimentato da una batteria da 1,9 kWh circa posizionata sotto il piano del bagagliaio, la trazione è anteriore e a trasmettere la potenza alle ruote ci pensa un particolare cambio automatico monomarcia.
Omoda 5 ibrida (2025), la prova su strada in Cina
Foto di: Omoda
Non si trattò però di un sistema ibrido standard ma di un tipo più complesso che può lavorare sia in serie che in parallelo. Cosa vuol dire? Che il motore elettrico è sempre collegato alle ruote, il termico invece entra in gioco attraverso la chiusura di una piccola frizione di collegamento quando si richiede più potenza.
In parole povere, alle basse velocità la macchina procede completamente in elettrico, alle medie il motore a benzina si accende per alimentare la batteria che, a sua volta, permette all’elettrico di spingere le ruote (il termico, quindi, si comporta così da range extender), mentre alle alte velocità entrambi i motori lavorano insieme per garantire la prestazione. A tal proposito, le performance sono molto buone perché l’Omoda 5 ibrida scatta da 0 a 100 in meno di 8 secondi e con una velocità massima di 175 km/h.
Avendo una componente ibrida importante, si procede spesso in elettrico a tutto vantaggio dei consumi. Durante il nostro test abbiamo percorso quasi 700 km con un consumo medio di circa 5 litri/100 km, per cui 20 km/l. Ottima è anche l’autonomia generale grazie al grande serbatoio della benzina da 51 litri che, guidando con attenzione, potrebbe garantire percorrenze vicine ai 1.000 km con un pieno.
Omoda 5 ibrida (2025), la prova su strada in Cina
Foto di: Omoda
Dopo pochi chilometri con la Omoda 5 sono rimasto piacevolmente colpito da due elementi: il primo è lo scatto che, grazie alla coppia immediata dell’elettrico, le permette di essere sempre al primo posto al verde al semaforo, con l’erogazione che è lineare e progressiva anche alle alte velocità quando si cerca il sorpasso; il secondo è l’insonorizzazione che, per un’auto di questa categoria, mi è sembrata eccezionale, migliore anche rispetto a quella di auto più blasonate e costose. Il rumore del motore non entra mai in abitacolo se non quando si preme tutto l’acceleratore ed è fluido anche il passaggio tra termico ed elettrico.
Ma come si guida questa Omoda 5? Bene, e considerate che si tratta di una versione che non arriverà sul mercato cinese per cui è stata sviluppata appositamente per i mercati esterni più esigenti, per esempio, nella messa a punto dell’assetto. Proprio questo, la taratura delle sospensioni, è il primo elemento che mi ha convinto: le ho trovate progressive nell’assorbire le asperità con una risposta secca solamente su quelle più marcate, ma al tempo stesso solide nel contenere i trasferimenti di carico fisiologici come il rollio in curva e il beccheggio in frenata che ci sono, sì, ma non danno mai fastidio.
Mi sono piaciuti di meno invece lo sterzo, leggero anche nella modalità di guida più sportiva e poco diretto – è tanto isolato da ciò che passa sotto le ruote -, e il freno con un pedale spugnoso difficile da modulare dato che il passaggio tra frenata rigenerativa e meccanica è sempre piuttosto repentino. Con una calibrazione, però, tutto può essere risolto.
Omoda 5 ibrida (2025), ll posteriore
Foto di: Omoda
Per il resto, le dimensioni della Omoda 5 sono quelle perfette per muoversi in città senza problemi, il raggio di sterzata è buono e anche la visibilità a 180°. Dietro si fa un po’ più di fatica perché i montanti sono massicci e il tetto scende spiovente con un lunotto abbastanza tagliato, ma a rimediare ci sono i sensori perimetrali e anche il sistema di telecamere a 360° che ha una buona risoluzione. Per una prova più approfondita sulle strade di Roma però rimanete sintonizzati su Motor1.com perché presto uscirà il nostro Perché Comprarla!
La Omoda 5 ibrida full arriverà nelle concessionarie nel corso dell’autunno 2025 con le versioni a benzina ed elettrica che saranno aggiornate con il nuovo frontale a partire da settembre 2025. I prezzi della full hybrid ancora non sono stati annunciati ma immaginiamo un prezzo d’attacco di 2.500/3.000 euro superiore a quello della Omoda 5 a benzina a parità di allestimento, per cui a partire da circa 30.000 euro o poco meno, in linea per esempio con una concorrente come la Dacia Duster.
Per darvi un riferimento, ad oggi la benzina pura con il 1.6 da 147 CV parte da 26.900 euro e tocca i 29.900 euro nell’allestimento top di gamma. Per portarsi a casa l’elettrica invece ne servono circa 37.000, sconti ed eventuali incentivi esclusi.
Omoda
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