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Il ministero degli Esteri italiano ha annunciato la liberazione a Caracas, in Venezuela, di due detenuti italo-venezuelani: Américo De Grazia e Margarita Assenza. Américo De Grazia è un ex deputato ed esponente dell’opposizione venezuelana ed era stato arrestato ad agosto del 2024, quando il presidente venezuelano Nicolás Maduro represse con la forza le proteste per i brogli alle elezioni presidenziali. Margarita Assenza invece è un’ex funzionaria pubblica del comune di Maracaibo, arrestata a ottobre del 2024. Lavorava col sindaco Rafael Ramírez, che era stato arrestato insieme a lei con l’accusa di aver commesso «reati contro il patrimonio dello Stato» e che sarà a sua volta liberato. Oltre a loro sono state liberate altre persone.
Sia De Grazia che Assenza erano detenuti all’Helicoide, la più nota prigione politica di Caracas. Il ministero degli Esteri ha detto che entrambi dovranno comparire in tribunale lunedì, e che dopo la scarcerazione non potranno comunque lasciare Caracas.
Lo scorso luglio il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva detto che i detenuti italiani in Venezuela erano «una quindicina»: il Post ne aveva confermati 14 tra cui appunto De Grazia e Assenza. La maggior parte sono persone italo-venezuelane perseguitate per motivi politici: in Venezuela chi si occupa dei diritti delle persone detenute parla spesso di “porte girevoli” in riferimento al sistema con cui l’apparato poliziesco ogni settimana arresta pretestuosamente alcune persone e ne libera altre come risultato di uno scambio o un accordo, o perché non gli interessano più.
Sempre a luglio il ministero degli Esteri aveva nominato per la prima volta un inviato speciale per i detenuti italiani in Venezuela: Luigi Vignali, che è un diplomatico esperto e la cui nomina è stata interpretata come un tentativo di aprire un nuovo canale di dialogo tra il governo italiano e quello venezuelano. Non è chiaro il ruolo che ha avuto l’Italia nella trattativa per la liberazione di De Grazia e Assenza: il ministero ha scritto però che questo risultato è stato «maturato anche grazie al lavoro svolto dalla Farnesina e dalle istituzioni dello Stato su impulso del Ministro Antonio Tajani e del Governo».
Il più noto dei detenuti italiani in Venezuela è Alberto Trentini (che è l’unico ad avere solo la cittadinanza italiana), cooperante in carcere da novembre e considerato dal governo autoritario di Maduro una contropartita per ottenere qualcosa. Il governo venezuelano ha arrestato lui e decine di cittadini stranieri senza formalizzare le accuse a loro carico, per usarli come merce di scambio coi rispettivi governi.