Più ancora che nel passato, anche recente, l’Open del Canada finisce penalizzato da una collocazione in calendario decisamente poco ottimale. Si tratta, del resto, del primo torneo dopo Wimbledon che abbia il livello di Masters 1000, ma c’è un ulteriore problema nel 2025. L’allargamento a 10 giorni, infatti, ha fatto sì che le settimane di stacco da tre (o anche quattro a seconda delle situazioni) diventassero due. Inevitabile conseguenza: in diversi si sono presi altro tempo prima di Cincinnati.

I primi tre a dare forfait, in ordine di tempo, sono stati Jannik Sinner, Novak Djokovic e Jack Draper. Il primo vuole rimettere completamente a posto il proprio fisico, dopo che ha chiuso da vincitore i Championships, è vero, ma li ha chiusi anche gestendo il problema al gomito occorso durante gli ottavi di finale. Quanto al secondo, si sa che ormai il Canada per lui è terra lontanissima: non ci gioca dal 2018, Toronto o Montreal che sia. Più articolato il discorso di Draper, che salterà tutti e due i 1000 nordamericani, presentandosi così agli US Open, dove difende la semifinale, in condizioni tutte da verificare.

Tempo di poche ore, ed è uscito di scena Carlos Alcaraz, anche lui di ritorno nell’Ohio e anch’egli con una certa voglia di non pensare troppo al tennis almeno per qualche giorno in più del dovuto. Del resto ha giocato tantissimo, sulla terra s’è preso (quasi) tutto ed è poi arrivato in finale a Wimbledon. Abbastanza inevitabile anche per lui la scelta.

Sorprende invece il forfait di Tommy Paul, ma solo fino a un certo punto: il numero 15 del mondo, al di là del fatto personale di aver voluto trascorrere più tempo con la fidanzata Paige Lorenze (e c’è Instagram a documentare il tutto), a Toronto aveva ben poco da difendere (2° turno) e a Cincinnati ancora meno (1° turno). Più facile per lui rientrare negli States, di base.

Naturalmente, poi, c’è da trattare in modo ben diverso il caso di Grigor Dimitrov. Ricordiamo tutti quanto accaduto sul Centre Court di Wimbledon, con la spalla destra che abbandona il bulgaro all’inizio del terzo set. Il suo obiettivo è quello di tentare di rientrare per gli US Open, ma anche lì non è certo che lo si possa rivedere in campo. Appare evidente come la sua sia la situazione più complessa in assoluto.

Stanti questi forfait, e stante anche l’uscita di scena di Sebastian Korda, Jordan Thompson, Hubert Hurkacz e Matteo Berrettini, l’occasione può essere buona per tanti. A Toronto ci saranno soli quattro ex vincitori: Alexander Zverev (2017), Daniil Medvedev (2021), Pablo Carreño Busta (2022, ma salvo altre rinunce dovrà fare le qualificazioni), Alexei Popyrin (2024). 

L’occasione, però, non è solo per loro: ci si possono trovare in tanti nella situazione giusta. Taylor Fritz, Ben Shelton e Frances Tiafoe, tanto per cominciare: non si può non partire dal trio USA a caccia di buone soddisfazioni. Holger Rune, che ha iniziato un nuovo percorso con Andre Agassi e Marco Panichi. Naturalmente Lorenzo Musetti, che mai prima d’ora aveva affrontato un simile torneo da numero 3 del seeding. Chissà se anche Daniil Medvedev avrà la chance di ritrovare quello che è sempre stato un po’ il “suo” periodo. Ma, in generale, questo può anche essere il tempo delle sorprese. E su quel fronte di figure pronte all’arrembaggio ce ne sono tante.