Proteste e richieste di chiarimenti dopo la decisione dell’Asp che, come reso noto da politica e sindacati, ha disposto il momentaneo trasferimento del reparto di Medicina Generale dall’ospedale di Milazzo a quello di Barcellona Pozzo di Gotto. Un “trasloco” reso necessario dalla necessità di effettuare alcuni lavori nel centro sanitario della città del Capo. Ciò che non convince è la già cronica carenza di personale all’interno del Cutroni Zodda e la mancata attivazione di servizi assistenziali all’altezza.
Sulla vicenda è intervenuto il deputato Tommaso Calderone, presidente della Commissione Bicamerale per il contrasto dei disagi derivanti dall’Insularità. Calderone invoca risposte dall’Asp e annuncia l’intenzione di investire del problema anche la Regione. “Il quadro attuale -scrive Calderone – impone l’adozione di interventi urgenti e strutturali, volti a fare piena chiarezza sulla gestione complessiva della struttura e a individuare soluzioni definitive. Non è più tollerabile continuare a garantire ai cittadini servizi sanitari parziali, alimentando una percezione distorta di normalità. È giunto il momento di affrontare con serietà e trasparenza le criticità che affliggono l’intero comprensorio sanitario Barcellona – Milazzo, facendo luce su scelte e responsabilità. In particolare, il trasferimento del reparto di Medicina dall’ospedale di Milazzo a quello di Barcellona Pozzo di Gotto avrebbe dovuto determinare un concreto potenziamento dell’offerta assistenziale, sia in termini di qualità delle prestazioni che di disponibilità di posti letto. Tuttavia, allo stato attuale, tali risultati appaiono disattesi. Merita attenzione anche l’annosa questione della carenza di personale infermieristico, fattore che ostacola gravemente ogni ipotesi di rilancio funzionale della struttura. Appare, inoltre, paradossale che solo pochi mesi fa, nonostante un’attività ospedaliera fortemente ridotta, il “Cutroni Zodda” disponesse di un organico di ben 92 infermieri – il numero più alto a livello nazionale – in evidente squilibrio rispetto alla capacità ricettiva della struttura e pertanto a fronte delle criticità emerse si chiede ai competenti organi Asp di relazionare in merito alla questione. Alla luce di tali elementi, si sollecita con fermezza l’Asp competente a fornire risposte chiare e tempestive, nel rispetto del diritto della cittadinanza ad un’informazione trasparente e a un servizio sanitario pubblico efficiente e dignitoso”.
Sulla vicenda si registra anche l’intervento del Coas. Il segretario generale Mario Macrì chiede al sindaco di Milazzo, Giuseppe Midili, di “sospendere immediatamente l’efficacia del trasferimento della Unità Operativa Complessa di Medicina Generale. E ordinare al direttore generale dell’Asp di Messina di provvedere all’individuazione di idonei locali all’interno del perimetro del presidio ospedaliero di Milazzo per la temporanea allocazione del reparto, garantendo la piena operatività del DEA”.
Macrì scrive anche al Prefetto A cui chiede “di voler riconoscere nella presente vertenza un grave fattore di turbativa per l’ordine e la sicurezza pubblica e, per l’effetto: convocare d’urgenza il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, esteso alla partecipazione del sindaco di Milazzo, del direttore Gmgenerale dell’Asp di Messina e della scrivente organizzazione sindacale, al fine di affrontare la crisi e scongiurare ulteriori pregiudizi all’erogazione di un servizio pubblico essenziale e alla pace sociale del territorio. Questa non è una mera vertenza sindacale, ma una battaglia di civiltà per la difesa di un diritto costituzionale fondamentale. Confidiamo nel Vostro autorevole intervento per ripristinare le condizioni di legalità, sicurezza e tutela della salute per tutti i cittadini”.