costume e società
Oltre ai tanti appassionati, ci sono anche ragazzi e famiglie che cercano a basso prezzo vestiti, mobili e casalinghi
Nel negozio, oltre a vestiti, sono esposti anche mobili e altri oggetti (Marchiori)
Nel negozio, oltre a vestiti, sono esposti anche mobili e altri oggetti (Marchiori)
Il vento soffia sempre più a favore dei mercatini dell’usato. Oltre agli intramontabili appassionati che li frequentano alla ricerca di oggetti che hanno marchiato il passato e che sono ormai divenuti sempre più rari da intercettare, il post Covid ha registrato un generale aumento dell’utenza che ha effettiva necessità di comprare a basso costo, oppure, specie tra i più giovani, ha adottato un cambio di mentalità, più affine al riuso e al ricircolo, con un’ottica di sostenibilità ambientale.
Punti di riferimento
Tra gli storici punti vendita dell’usato del territorio spiccano il mercatino di via Albere, quello di via Giolfino e quello, più ricercato di via Basso Acquar, unico in città ad associare la vendita di pezzi usati al mobilificio adiacente che produce mobili nuovi semplici e basic.
Clientela abituale
Uno dei soci, Marco Brunelli, al bancone del negozio (Marchiori)
«Abbiamo clienti affezionati che vengono da noi tutti i giorni anche per rifornirsi di oggettistica da rivendere ai mercatini domenicali, ma è cresciuto molto il numero delle persone che acquistano abbigliamento per necessità di non spendere troppo», riferisce Marco Brunelli del mercatino Usa e Riusa di via Giolfino, che da 24 anni gestisce insieme al socio, Massimo Meneghelli.
«In negozio arrivano molte famiglie che hanno bisogno di acquistare a buon prezzo anche cucine usate o camerette per i bambini, che sanno avere una durata limitata nel tempo. All’inizio si vendevano molti mobili antichi, e c’era la voglia di acquistare pezzi originali dei primi ’900, mentre l’abbigliamento andava poco. Ora è il contrario».
E spiega: «Quello dell’usato è un mercato che funziona, abbiamo avuto un incremento inaspettato di vendite di circa il 20 per cento dopo il Covid. E il trend prosegue».
Incremento
Benché per Cristiano, titolare da un paio di anni del mercatino dell’usato di via Albere nato tra i primi in città negli anni ’90, «la logica assoluta dei mercatini dell’usato è quella che non c’è logica», e che in un certo senso «va tutto e va niente a seconda dei momenti», anche il suo punto vendita sta incrementando le vendite, salite del 25 per cento rispetto all’anno scorso.
«In un momento storico in cui tutto è in continuo aumento esponenziale, da qualche parte la coperta si tira e quindi realtà come la nostra, dove si vende sì usato, ma sempre ben tenuto e dignitoso, registrano non solo più presenze, ma anche una maggiore consapevolezza di chi compra. Lo scontrino medio è cresciuto dai 10 ai 14 euro, perché il Covid ha reso chiaro alle persone che la casa è uno spazio che va curato, in cui si può arrivare a trascorrere parecchio tempo. Si compra quindi ciò che davvero serve, senza troppo lesinare».
Nuova clientela
Se l’arredamento antico non fa più gola agli italiani, ora sono soprattutto le famiglie del sud est asiatico ad apprezzarlo. «Molte persone dello Sri Lanka o paesi limitrofi, che hanno una discreta disponibilità economica, sono disposte a spendere qualcosa in più per portare a casa mobili di qualità ed evitare quelli convenienti, meno massicci», riferisce Nicol Ambrosini del Mercatino Mobil Discount in via Basso Acquar che quest’anno compie 30 anni di attività.
«È cambiata la ricerca del prodotto e si è disposti a spendere qualche centinaio di euro in più per puntare sulla qualità», conclude. «Con il post Covid abbiamo registrato un’impennata di clientela molto giovane italiana che cerca cose di nicchia ed è molto propensa anche a portarci soprattutto vestiti in conto vendita. Il mercato è in salita, con un alto e basso sulle categorie ma in generale possiamo dire che, in questo momento, l’abbigliamento è costante e l’oggettistica in calo».