Paolo Condò / CorriereTv

Stasera l’Inter chiude a San Siro contro l’insidioso Torino il programma della prima giornata di Serie A. È l’ultima a scendere in campo tra le squadre che consideriamo in grado di vincere lo scudetto, tra le favorite. E in un certo senso anche questa attesa contribuisce ad aumentare l’alone di mistero che la circonda. Perché la stagione delle 63 partite senza trofei, gloriosa nel percorso ma fallimentare nelle conclusioni, ha portato delle conseguenze.

Ed è difficile dire se siano state troppe o troppo poche. Dopo quattro stagioni in panchina se n’è andato Simone Inzaghi e l’ha fatto senza spiegare nulla. Se è partito per i soldi, per stanchezza o perché riteneva quest’ Inter ormai arrivata. L’esperienza insegna che le decisioni di rottura possono avere un casus belli scatenante ma in profondità si devono a un accumulo di motivi.

E dunque pensiamo che tutte e tre le ragioni citate abbiano contribuito all’addio di Inzaghi. Quella che ci interessa di più è ovviamente la terza, lo stato della squadra. Perché l’Inter, in sostanza, riparte dalla stessa formazione scoppiata a primavera. Certo, stasera mancherà lo squalificato Calhanoglu.  E dunque almeno una faccia nuova ci sarà:  Petar Sucic, un centrocampista di talento. Ha fatto vedere alcune buone giocate sia a giugno nel Mondiale per club che nelle amichevoli di agosto.

Ma se il turco avesse trovato un’offerta degna per tornare in patria, come ha provato a fare in luglio, lo sappiamo tutti, sarebbe stato Susic il suo sostituto? È lecito dubitarne. Il fatto di essere andata fino in fondo quasi in tutte le manifestazioni ha portato l’anno scorso nelle casse dell’Inter un sacco di milioni, dai premi Uefa ai faraonici incassi per le partite decisive della Champions.

Pensate che la sola semifinale di ritorno col Barcellona, record d’incasso assoluto, ha fruttato 14 milioni. Il risanamento è una necessità e tutto il calcio italiano lo sta perseguendo. Nessun saldo negativo quest’anno fra le squadre da Champions, almeno fin qui.
Ma uno sfizio, suvvia, si poteva e si può ancora fare. Lo era de Lookman, e non fingerò di non aver scritto che il fumettone si sarebbe concluso col suo trasferimento. Se ho preso una cantonata sul mercato succede perché l’Atalanta non ha voluto transigere, ma anche perché l’Inter si è fermata quasi subito. 

La sensazione di un mercato incompiuto aleggia sull’Inter e lo farà fino al fischio d’inizio di stasera. Poi sarà tempo di prima risposta.

25 agosto 2025

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