di
Virginia Piccolillo
Sul sito dell’Associazione la lettera firmata nel 1994. Ma il Guardasigilli commenta così il carteggio: «Era un’epoca diversa. E comunque ora l’impresa si sta realizzando»
L’Anm attacca Nordio sulla separazione delle carriere: «Da pubblico ministero era contrario, da ministro favorevole».
Il riferimento è a un documento firmato dall’attuale Guardasigilli nel 1994. Sul sito online La magistratura, rivista dell’Associazione è stata pubblicata «una lettera firmata dall’allora magistrato a Venezia e inviata proprio all’Anm».
Nella missiva Nordio sottoscriveva assieme ad altri magistrati di essere «contrario alla divisione delle carriere dei magistrati con funzioni requirenti e con funzioni giudicanti».
Il ministro non lo nega ma spiega: «Nel ’92 eravamo tra stragi e tangentopoli. Io stesso ero oggetto di attacchi da parte della politica perché avevo arrestato democristiani e socialisti, e la magistratura doveva restare compatta. Ma tre anni dopo scrissi che stavamo esagerando, e che erano necessarie riforme radicali».
E in un’intervista al Giornale aggiunge: «Il Giornale e il Corriere uscirono con un titolo in prima pagina: “Il giudice Nordio si pente”. Da allora, non ho più cambiato idea. E nel 1997 fui chiamato dai probiviri dell’Anm per render conto delle mie idee eretiche. Naturalmente li mandai al diavolo. Ho recuperato la corrispondenza e l’ho fatta mettere nel sito del ministero».
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Nordio ha anche ricordato di aver scritto della separazione delle carriere «la prima volta 30 anni fa, e naturalmente fui pesantemente criticato dall’Anm. Non era facile a quei tempi mantenere la barra dritta. Ora questa impresa si sta realizzando».
Intervengono i 5 Stelle: «Rivolgiamo un appello al ministro Carlo Nordio: dia retta al Pm Carlo Nordio che nel 1994 firmò la lettera che i magistrati della Procura di Venezia mandarono all’Anm per aderire all’appello pubblicato sulla rivista La Magistratura nell’aprile 94, che raccolse più di 1500 adesioni e che tra le varie motivazioni per opporsi alla separazione delle carriere, sottolineava come nella storia dell’Italia repubblicana l’indipendenza del Pm rispetto all’esecutivo e l’unicità della magistratura abbiano rappresentato in concreto una garanzia per l’affermazione della legalità e la tutela del principio di eguaglianza dinanzi alla legge. Come dare torto all’appello, siamo in perfetta sintonia con il Nordio versione 1994: spaccando in due la magistratura e aggredendola continuamente con azioni denigratorie e punitive si fa un enorme danno ai cittadini, oltre che alla giustizia in generale, colpendo in modo distruttivo i principi della legalità e dell’uguaglianza». L’appello è firmato dai rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato.
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24 luglio 2025 ( modifica il 24 luglio 2025 | 15:23)
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