La punta e la perla contro il Milan: “Ci provo sempre. Al cross ho pensato: è perfetto. Rimpianti sulla mia carriera? No, sono al posto giusto al momento giusto”

Dal nostro inviato Vincenzo Di Schiavi

25 agosto 2025 (modifica alle 09:28) – CREMONA

San Siro nel destino. Esordio a 16 anni con l’Inter. Sabato scorso una rovesciata da film contro il Milan, perla regalata alla sua Cremonese. Dietro una storia che Federico Bonazzoli ha voglia di raccontare. E spiegare. 

Cominciamo dal dopo. Messaggi? 

“Tanti. Amici, ex compagni. E pure ex allenatori e dirigenti del settore giovanile. Messaggi bellissimi. Un’emozione forte che tengo per me. Come quella vissuta dalla mia fidanzata e dalla mia famiglia in tribuna a San Siro. Una sensazione anche più forte della mia”. 

Suvvia, un gol a San Siro contro il Milan da un’interista come lei. Roba forte. 

“Certo, ci mancherebbe. Il Milan, peraltro, mi porta bene perché non è la prima volta che succede, ma la rivalità non c’entra. All’Inter ho vissuto 12 anni della mia vita, a San Siro ho esordito con la maglia nerazzurra, per me è uno stadio magico. All’Inter ho creato rapporti che sono ancora vivi, è il luogo del cuore, ma io sono interista a prescindere da quello che faccio in campo”. 

L’aspirazione di un ritorno in nerazzurro la coltiva ancora? 

“La mia Inter è la Cremonese. Sto bene qui e voglio stare qui. Ho imparato col tempo che guardare troppo in là, creandosi aspettative, è più un danno che altro”. 

Tornando al gran gol di San Siro. In passato lei ha detto: “Mi vien più naturale una rovesciata che un colpo di testa”.

“È così. Da bambino, in casa, facevo rovesciate con qualsiasi oggetto. Un gesto istintivo che mi viene naturale e mi è rimasto dentro. Non penso si possa allenare e a San Siro è uscita la mia versione migliore”. 

La riveda ancora una volta. 

“Quando è partito il cross di Pezzella ho pensato “questa è perfetta”. In quell’attimo è scattato qualcosa, poi l’ho colpita troppo bene e ho subito pensato al gol. Quando provi spesso il gesto, capisci al volo se il colpo è quello giusto”. 

Cremonese's Italian forward #90 Federico Bonazzoli scores during the Italian Serie A football match between AC Milan and Cremonese at San Siro stadium in Milan, on August 23, 2025. (Photo by PIERO CRUCIATTI / AFP)

Coincidenze: al Milan aveva già segnato in rovesciata con la Salernitana. E in panchina c’era sempre Davide Nicola. 

“La sua importanza va oltre il rapporto giocatore-allenatore. Lui ha un peso nella mia vita. Ci legano i momenti vissuti insieme, le esperienze condivise e lo spessore umano che ha sempre mostrato. Confesso che, quando il club ha deciso di cambiare allenatore ho sperato che il futuro fosse lui”. 

A Salerno ha anche legato con un grande mito come Ribery. 

“Che sento ancora. Un punto di riferimento. Ha fatto la storia del calcio ma la persona è ancora più grande del calciatore”. 

SALERNO, ITALY - APRIL 24: Federico Bonazzoli and Franck Ribery of US Salernitana celebrate the victory after the Serie A match between US Salernitana and ACF Fiorentina at Stadio Arechi on April 24, 2022 in Salerno, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Come Quagliarella, altro suo modello alla Sampdoria. 

“Dove faceva gol in rovesciata molto più belli dei miei. Un maestro a cui ho sempre cercato di rubare qualcosa. Io vivo di calcio e cerco di imparare da tutti”. 

Di lei s’è detto: “Ha fatto una carriera inferiore alle sue potenzialità”. È vero? 

“Sì e no. Di vero c’è che sin da bambino ho sempre dovuto convivere con pressioni elevate che non mi hanno fatto bene. Colpa anche mia, non ero pronto. Ho sempre cercato il mio equilibrio: c’è chi lo trova prima, chi dopo e chi non lo trova mai. Ora penso di essere al posto giusto nel momento giusto e dove merito di stare. A 28 anni, se mi guardo indietro, vedo che ho fatto 200 partite in Serie A e segnato una trentina di gol. Quello era il mio percorso. A 15 anni già si parlava di me, a 16 ho esordito nell’Inter. Una precocità che avrà fatto pensare che potessi fare 500 gare nell’Inter segnando 300 gol, ma non funziona così”. 

during the pre-season friendly match between FC Internazionale and AC Prato on July 20, 2014 in Pinzolo near Trento, Italy.

Ma un rimpianto ce l’ha? 

“In quella Inter mi sarebbe piaciuto giocarmi un po’ di più le mie carte. Ma capisco le situazioni e rispetto le scelte fatte”. 

Il gol a San Siro servirà anche a scalare le gerarchie di Nicola? 

“No. Dà però fiducia a me e alla squadra, che viene prima di tutto”. 

Intanto il suo secondo anno a Cremona parte nel migliore dei modi. 

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“L’anno scorso ho avuto qualche problema fisico e poi non facevo la categoria da un po’ e avevo bisogno di ambientamento. L’obiettivo comune era però la Serie A che abbiamo centrato. Ora bisogna mantenerla col lavoro e a tutti i costi. E spero anche con i miei gol”.