Cresce l’attesa, in casa Virtus. Il livello di entusiasmo non è mai calato, perché, dopo lo scudetto, Paolo Ronci e Dusko Ivanovic hanno ridisegnato la squadra, dopo le partenze dolorose di Toko Shengelia e Isaia Cordinier, alle quali si sono aggiunte quelle più ’digeribili’ di Ante Zizic e Will Clyburn. Capitan Belinelli, si sapeva ha smesso e Achille Polonara, quando tornerà a giocare, lo farà con la maglia di Sassari.

Cresce l’attesa e oggi sono previste le visite mediche di Alen Smailagic. E’ stato l’ultimo ad aggregarsi, perché, in teoria, avrebbe dovuto prender parte all’Europeo (così come gli azzurri Alessandro Pajola, Momo Diouf, Nicola Akele e Saliou Niang) con la maglia della Serbia. Un leggero infortunio ha portato al taglio.

Così Alen avrà più tempo per prendere le misure del nuovo ambiente. Anche se è chiaro che non dovrebbero esserci contraccolpi dal punto di vista tecnico. Ivanovic è considerato un sergente di ferro, un tecnico duro. Ma non è che i precedenti coach di Alen – Zeljko Obradovic e Andrea Trinchieri – siano molto teneri.

Ma cresce anche la curiosità per vedere all’opera lo ’Sceriffo’. Che sarebbe poi il soprannome di Luca Vildoza. Trent’anni compiuti da poco (l’11 agosto), doppia cittadinanza, argentina, visto che è nato a Mar del Plata, e italiana.

Chi conosce la storia del club bianconero, almeno degli ultimi trent’anni, non ha bisogno di consultare troppi almanacchi. Alla voce argentini, con passaporto italiano, saltano fuori almeno due campioni che hanno scritto pagine importanti. Il primo nome che viene alla mente è quello di Hugo Sconochini. Il Condor è rimasto in Virtus per quattro stagioni, dal 1997, alzando al cielo la prima Coppa dei Campioni nel 1998 e vincendo lo scudetto con il tiro da quattro.

Particolare fondamentale di quelle stagioni, Hugo con la sua esplosività era spesso il giocatore deputato alla missione speciale, contenere Carlton Myers. Non è da meno il secondo nome: periodo bianconero più contenuto, due stagioni, ma Grande Slam al primo colpo e Coppa Italia nel secondo anno. Manu Ginobili è nel gotha dei migliori giocatori mai visti in maglia Virtus. Dopo Bologna, poi, sarebbe andato a divertirsi (nel senso di vincendo spesso) a San Antonio, nel Texas. Due nomi, Sconochini e Ginobili, che Vildoza conosce bene. Tocca a lui, fedelissimo di Ivanovic, risvegliare ricordi mai dimenticati, ma solo sopiti.