di
Claudio Del Frate
L’imbarcazione, dopo aver salvato 10 migranti, si era diretta a Trapani anziché a Genova, destinazione indicata dal ministero ma distante 1.000 chilometri del punto di soccorso
È stata sottoposta a fermo amministrativo a Trapani dalle autorità italiane la nave Mediterranea della ong Mediterranea Saving Humans. Il fermo è avvenuto in applicazione del decreto Piantedosi. La nave, sabato scorso, dopo aver soccorso 10 persone ha disatteso le disposizioni delle autorità italiane sul porto di sbarco, che doveva essere quello di Genova e siccome si trovava nei pressi di Pantelleria ha puntato su Trapani dove sono state fatte sbarcare le persone.
Non si conosce ancora la durata esatta del fermo perché questa, secondo quanto fa sapere la stessa ong, verrà decisa dal prefetto di Trapani. La nave è stata fermata con un provvedimento che porta la firme della polizia, della guardia di finanza e della guardia costiera.
Mediterranea batte bandiera tedesca e alle autorità italiane aveva mostrato all’arrivo a Trapani, un certificato in base al quale, dopo un’operazione di soccorso, non può percorrere più di 200 miglia. Pena il rischio di mettere in difficoltà la salute dei naufraghi,
Lo staff dell’organizzazione aveva motivato il gesto di ribellione con le condizioni del mare («Ci sono onde alte più di due metri») e con le condizioni delle persone a bordo. Ma la decisione aveva riportato in primo piano la consuetudine delle autorità italiane di indicare per le ong porti di sbarco lontanissimi dal teatro dei soccorsi. Il giorno dopo il caso della Maditerranea, la Ocean Viking – mitragliata dalla guardia costiera libica dopo il salvataggio di una quarantina di sudanesi – si era vista assegnare come porto di sbarco Marina di Carrara.
Il braccio di ferro tra governo italiano e associazioni umanitarie è dunque ricominciato. «È un provvedimento osceno. Il governo blocca in porto una nave che sarebbe pronta a partire per continuare la sua attività di soccorso, attività necessaria visto il tragico bilancio dei naufragi delle scorse settimane a sud di Lampedusa»: cosi Mediterranea Sanibng Humans ha reagito al fermo amministrativo. «Si vendicano e ci colpiscono perché abbiamo salvato da morte certa dieci ragazzi e li abbiamo sbarcati nel più vicino luogo sicuro affinché fossero curati». dichiara Laura Marmorale, presidente della ongi. «Intanto – aggiunge Marmorale – collaborano con quelle milizie che in Libia sono responsabili di ogni genere di abuso e violenza nei campi di detenzione e, in mare, sparano addosso alle navi umanitarie».
25 agosto 2025 ( modifica il 25 agosto 2025 | 16:38)
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