Le parole del manager austriaco
Horner via, Verstappen ancora dentro: la Red Bull ha licenziato il team principal che ha portato la scuderia di Milton Keynes a vincere 14 titoli mondiali, ma il pilota olandese sarà ancora all’interno dell’abitacolo nel 2026, l’anno in cui la Red Bull per la prima volta scenderà in pista con una power unit da lei progettata.
Gli uomini guidati da Pierre Waché dovranno dimostrare di poter essere in grado di progettare un’auto vincente anche senza Adrian Newey (nell’ultimo anno e mezzo non è andata proprio benissimo) e la nuova divisione motori è chiamata a un miracolo, ovvero non sfigurare contro colossi che in termini di esperienza, tradizione e competenza potrebbero comprensibilmente essere irraggiungibili per dei debuttanti.
Helmut Marko, però, non perde la speranza di stupire tutti anche perché l’unico modo per impedire a Verstappen di lasciare il team è quello di non soddisfare i termini delle clausole d’uscita del contratto dell’olandese: “Contiamo sul fatto di essere di nuovo in testa con Max nella prossima stagione, così non sentiremo più parlare delle sue clausole – ha detto Marko intervistato dal Krone – i valori che riscontriamo attualmente sono promettenti e manca ancora tanto tempo ai test. Siamo a buon punto con il telaio e la bontà della power unit sarà decisa da quattro fattori, ovvero motore a combustione interna, batteria, benzina e alimentazione. Spero che non si ripeta quanto accaduto nel 2014 quando la Mercedes aveva dai 50 ai 70 cavalli in più. Verstappen vede che stiamo lavorando sodo e per farlo sorridere basta iniziare a parlare di GT3 e Sim-Racing”. Proprio la libertà di azione nel mondo del GT3 e del sim-racing è sicuramente un ‘benefit’ di cui Verstappen può godere liberamente da pilota Red Bull, un ‘trattamento’ che non sarebbe sicuramente scontato in un’altra scuderia.