di
Giulia Taviani

Condivisa la lettera-testamento che la giornalista palestinese ha scritto per il figlio Ghaith prima di essere uccisa

«Ghaith, cuore e anima di tua madre, ti chiedo di non piangere per me, ma di pregare per me, così che io possa restare serena». Con queste parole inizia la lettera che la giornalista palestinese Mariam Abu Dagga ha scritto al figlio Ghaith. Una sorta di testamento spirituale dettato dalla situazione in cui si trovava: nel cuore della guerra tra Israele e Hamas, circondata da bombe e fame, dove anche i giornalisti sono a rischio. Solo poche settimane fa un raid all’Al Shifa Hospital ha ucciso sei reporter

Mariam Abu Dagga, giornalista freelance per varie testate tra cui l’Associated Press, è morta questa mattina durante un raid da parte dell’esercito israeliano al complesso ospedaliero Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza.



















































Israele-Hamas, le notizie in diretta

Dagga, prima di morire, ha scritto qualche frase indirizzata al figlio dodicenne Ghaith, da cui si è dovuta separare all’inizio della guerra, quando è stato evacuato. Nella lettera, tradotta e ricondivisa da Patrick Zaki sui social, la giornalista si rivolge direttamente a Ghaith: «Voglio che tu tenga la testa alta, che studi, che tu sia brillante e distinto, e che diventi un uomo che vale, capace di affrontare la vita, amore mio».

«Non dimenticare che io facevo di tutto per renderti felice, a tuo agio e in pace, e che tutto ciò che ho fatto era per te – continua -. Quando crescerai, ti sposerai e avrai una figlia, chiamala Mariam come me».

Dagga in questi mesi di guerra si è recata regolarmente all’ospedale Nassar di Khan Younis per la copertura mediatica, sottolinea l’Associated Press in un comunicato di cordoglio, da cui raccontava le storie dei bambini affamati e malnutriti a Gaza. Non era l’unica giornalista a documentare la fame che sta piegando la Striscia. A inizio agosto in un attentato israeliano altri sei reporter sono morti, sempre davanti a un ospedale, tra questi Anas al Sharif, corrispondente di punta di Al Jazeera a Gaza. Anche lui aveva lasciato un messaggio-testamento da pubblicare in caso di sua morte, rivolto a tutti: «Non ho mai esitato a trasmettere la verità così com’è, sperando che Dio fosse testimone di chi è rimasto in silenzio e di chi ha soffocato il nostro respiro». 

«Tu sei il mio amore, il mio cuore, il mio sostegno, la mia anima e mio figlio – si conclude la lettera di Dagga -: colui che mi fa alzare la testa con orgoglio. Sii sempre felice e conserva una buona reputazione. Ti prego, Ghith: la tua preghiera, poi ancora la tua preghiera, e poi ancora la tua preghiera».

25 agosto 2025 ( modifica il 25 agosto 2025 | 17:22)