Il sito MowMag ha intervistato Marayah, una ragazza transgender di origni ghanese, che forse qualcuno potrà ricordare per il ruolo in “The Ferragnez”, nella fattispecie nel secondo episodio. Qui Chiara Ferragni (insieme all’allora fedelissimo Fabio Maria Damato) offrivano alla ragazza un lavoro “perché sei una persona che se lo merita”, assicurava l’influencer. Poi, però, le cose non sono andate esattamente come sperava.
La dolorosa storia di Marayah
La storia di Marayah è dolorosa: cresce in Italia subendo razzismo e rifiuto familiare. Mandata in Ghana con l’inganno, viene abusata e costretta in un collegio “correttivo”. Tornata in Italia con l’aiuto dell’Ambasciata, trova rifugio alla Casa Arcobaleno di Milano. Nel 2022 viene assunta da Chiara Ferragni dopo un incontro durante le riprese della docu-serie (considerato un colloquio, dopo il quale viene assunta per la sua semplice passione per la moda). Il lavoro, inizialmente vissuto come un’opportunità, si rivela però un incubo, come racconta oggi.
“Forse dovevo capire che ci fosse qualcosa di strano perché non avevo esperienza pregressa nel campo, non avevo esperienza pregressa in generale. Ma dopo così tanti colloqui andati male, non mi sono fatta domande. Ripeto: ero solo felice”, esordisce.
L’assunzione e poi l’incubo: “Mi sono ritrova a pulire i ce**i”
Quindi spiega: “Prendevo 1.300 euro al mese, assunta come dipendente. Facevo la receptionist. Non esattamente ciò che sognavo, ma mi rendevo benissimo conto di essere una principiante. Stavo iniziando e già iniziare lì era una fortuna sfacciata, ci mancherebbe – le sue parole -. Eppure, mi chiamavano per pulire i tavoli della mensa dopo che i colleghi avevano pranzato. Per carità, stavo iniziando, mi andava bene tutto, erano cose che da cameriera avevo già fatto. Però, dopo aver accettato questo, mi sono ritrovata a fare anche i bagni. Cioè proprio a grattare via la m*rda dai cessi. Non in una singola occasione, molto spesso. Era questa ‘la grande opportunità’ che Ferragni e D’Amato volevano darmi nel mondo della ‘moda’”.
Poi la situazione è peggiorata: “Mi arrivavano voci continuamente, mi si riferiva che si parlasse di me nei gruppi Whatsapp aziendali e non in modo positivo, mi prendevano in giro. Quando mi è stata data la possibilità di fare uno shooting con Diesel, come modella, ero felicissima. Ma da lì la situazione è peggiorata: dicevano che con la mia ‘immagine’ stavo danneggiando il brand o rischiavo comunque di danneggiarlo. Nessuno me l’ha mai detto direttamente, ma mi trovavo a lavorare con questo continuo ‘rumore di fondo’”.
Cos’è accaduto dopo il Pandoro-Gate
E via, con il Pandoro-Gate, in cui tutto ha preso una piega ancora più brutta: “La situazione è peggiorata quando, dopo lo scoppio del caso ‘Pandoro’, non c’era più lavoro, stavamo lì a fare niente, dalle 9 alle 18. Non arrivavano pacchi né persone. Era tutto fermo. La stessa Chiara Ferragni, che avrò visto passare di lì al massimo tre volte in due anni, non si faceva più vedere. Una situazione da ‘città fantasma’. Nessuno sapeva più cosa fare, le prime teste cominciavano a saltare. Nel senso che le persone non tornavano in ufficio da un giorno con l’altro e così capivo che erano state licenziate”, le parole dell’ex dipendente di Chiara Ferragni.
Che poi aggiunge: “Dopo due anni e con un contratto a tempo indeterminato in mano, sono stata licenziata perché, appunto, non c’era più lavoro. Me lo aspettavo da tempo, non è stata una sorpresa. Nel mio stesso giorno, a fine novembre 2024, sono state licenziate altre cinque persone. Alcune lavoravano lì da dieci anni, in pratica avevano visto nascere il brand e contribuito a farlo crescere. Sai dov’era Chiara Ferragni mentre questi perdevano il lavoro insieme a me? Su un aereo per la Finlandia, insieme ai figli. Li ha portati in Lapponia a incontrare Babbo Natale postando tantissime foto sul suo Instagram”.
Quindi lo sfogo di Marayah: “Tutto questo, mentre l’azienda andava a putt*ne. Può capitare che le cose vadano male, per carità, ma come mi ha assunta a favor di telecamere durante le riprese di quella serie, mettendoci la faccia, mi aspettavo che facesse lo stesso al momento del licenziamento. Anzi, dei licenziamenti. No, lei invece era in Lapponia e sui giornali con tanti complimenti, mentre i suoi dipendenti finivano in mezzo alla strada. La mia impressione? Non gliene sarebbe potuto fregare di meno”.
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Mentre Fabio Maria Damato le è stato vicino, invitandola anche ad alcuni eventi di lavoro, da Chiara Ferragni non ha ricevuto alcun supporto. Quindi ha ripreso a fare i colloqui, ma senza alcun riscontro positivo: “Dopo quei due anni di lavoro, ho ripreso a fare colloqui ma nessuno mi assumeva, nemmeno come cameriera, sempre per via dei documenti, del mio essere una persona trans. Non interessava che avessi ‘Chiara Ferragni’ in curriculum, anzi, forse a quel punto e vista la situazione del suo brand, peggiorava pure le cose”.
“Da Giuseppe Fiorello vero supporto, gli sarò riconoscente”
“Le persone, insomma, sono persone. Non specchietti per le allodole da usare per dare l’impressione di essere brava e bella, per ricevere applausi e consensi. Mi è capitato di incontrare altri ‘vip’ ricchi e famosi. Per esempio, Giuseppe Fiorello e sua moglie Eleonora Pratelli. Mi hanno contattata per un podcast sulla mia storia (che, tra l’altro, è venuto fuori bellissimo). A loro sarò per sempre riconoscente. Volevano davvero conoscermi e mi hanno anche dato una mano dal punto di vista economico pagando per me l’intervento al seno […] Loro non ci hanno fatto una serie tv sopra, né hanno comunicato ai giornali di avermi dato una mano. La vedi la differenza?”, le parole di Marayah.
E ancora, come un fiume in piena, afferma: “Ho pensato tante volte di parlarne sui social, di dire tutto su TikTok. Ma sai cosa? Non volevo fare ‘la trans mendicante’. Avevo paura di passare per quella che cerca attenzioni, di non essere ascoltata, creduta. Lei è Chiara Ferragni, io non sono niente”.
La depressione, il tentato suicidio
“Dopo il licenziamento, sono caduta in depressione. Avevo conosciuto Chiara Ferragni, lavorato per la sua azienda e mi ritrovavo ancora da capo? Dove avevo sbagliato? Com’era possibile? Non riuscivo ad accettarlo, continuavo a pensarci. Quando è finita anche la storia col mio fidanzato, sono sprofondata e ho fatto cose che non avrei dovuto fino a ritrovarmi in ospedale. Ho tentato il suicidio”, dice lei.
Infine conclude: “Magari tutto quello che ti ho raccontato non suonerà credibile. Sai quanto ci vuole a pensare che io sia solo una povera depressa, una pazza che s’è pure presa pure un TSO? Non mi interessa, giudicate come vi pare. Intanto la mia storia esiste, intanto io esisto. E non soltanto io, siamo in tanti, siamo in tantissime. Anche se non ve ne frega niente”. Queste le sue (pesanti) parole. Arriverà la replica dell’influencer?
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