«Io penso che in tutte le squadre dove si lavora con passione – dice Boaro – le cose vengano da sole. A ottobre saranno due anni che ho smesso e cerco di dare tranquillità ai ragazzi perché so cosa vuol dire correre, ricordo la tensione e lo stress. Invece Alberto ha alle spalle un’incredibile esperienza sul piano dell’organizzazione e aiuta tantissimo anche quello. La simbiosi fra noi due rende questa squadra quello che è».
Come un posto magico, in cui entri zoppicando per uscirne di nuovo in forma, il JCL Team Ukyo di Alberto Volpi e di Emanuele Boaro (sull’ammiraglia) occupa ormai un posto importante nel gruppo. Il rilancio di Malucelli, come pure di Carboni e Pesenti e la rinascita di Fancellu confermano che fra queste mura qualcosa di diverso accada. E il pretesto per parlarne è proprio l’intervista di qualche giorno fa con il comasco arrivato terzo al Czeh Tour, con cui dare il seguito a quella realizzata con lo stesso Boaro al Tour of the Alps: come stanno procedendo le cose?
Manuele Boaro, classe 1987, è stato pro’ dal 2011 al 2023. Dal 2024 è tecnico al JCL Team Ukyo
Manuele Boaro, classe 1987, è stato pro’ dal 2011 al 2023. Dal 2024 è tecnico al JCL Team Ukyo
Hai detto di ricordare bene lo stress delle WorldTour, credi che per i giovani a volte sia troppo?
Abbiamo preso ragazzi che non sono più neanche tanto giovani, perché adesso la tendenza è farli firmare a 18, 19, 20 anni. Abbiamo recuperato qualcuno che, tra virgolette, è stato scartato. Fancellu sembrava fosse all’ultima spiaggia e qui ha trovato la serenità e la tranquillità che nelle grandi squadre è difficile. Anche se, vi dirò, stiamo lavorando veramente come una WorldTour. Nei programmi, con i preparatori e i nutrizionisti, alla fine non ci manca niente. Abbiamo poco personale, il nostro budget non è altissimo, ma questo non significa che non si possa lavorare bene.
Come si fa?
Bisogna trovare le persone giuste e i corridori motivati. Con Alberto abbiamo fatto la scelta di cercare delle persone come Fancellu che abbiano voglia di entrare nel nostro progetto e rimettersi in gioco. Alessandro il prossimo anno andrà alla MBH Bank e ne siamo contenti. La nostra squadra deve essere un trampolino, come l’anno scorso per Malucelli con l’Astana, per Carboni alla Unibet e Pesenti che dopo il devo team della Soudal potrebbe andare alla squadra di Basso. Per noi è motivo di vanto e infatti abbiamo tante richieste di corridori WorldTour o professional. E anche qui dovremo essere bravi a scegliere.
Fancellu, come Carboni e Malucelli, sono atleti di qualità che forse non sono stati accolti o non sono stati in grado di inserirsi bene nel professionismo…
Ho la fortuna di avere 12 corridori e così posso sentirli ogni tre giorni, mentre nelle squadre WorldTour si fa fatica. Guardo la mia esperienza. Quando sono a casa, lavoro H24. Quando sono alle corse, lavoro ancora di più perché c’è il personale da seguire. Ai ragazzi lo dico sempre: «Correte finché potete, perché quando smetterete sarà molto più dura». Io non riesco più ad andare in bici, lo stress aumenta. Però, come dico a tutti, ho scoperto un lavoro bellissimo e spero di farlo veramente per tanti anni.
Le fatiche del Giro d’Abruzzo e i primi piazzamenti hanno dato la scossa a Fancellu che da lì ha preso il volo
Le fatiche del Giro d’Abruzzo e i primi piazzamenti hanno dato la scossa a Fancellu che da lì ha preso il volo
Questa squadra potrebbe lanciare anche Boaro come tecnico?
L’anno scorso ha fatto il corso UCI, che serve per lavorare nelle squadre WorldTour. Purtroppo di solito gli squadroni hanno un gruppo di tecnici consolidato da anni, quindi è difficile entrare. Ma Alberto lo sa e mi ha anche detto che se dovesse arrivare una WorldTour, non sarebbe lui a stopparmi. Io cerco di fare il mio. Stiamo avendo bellissimi risultati. In Repubblica Ceca abbiamo chiuso dietro due WorldTour, ma fino all’ultima tappa eravamo davanti alla Visma. Questo fa capire che stiamo lavorando nella giusta direzione e dobbiamo continuare.
Qual è stata la svolta di Fancellu?
Nessuna magia. Io penso che bisogna parlare coi ragazzi, gli dico sempre di chiamarmi, qualsiasi cosa succeda. Un problema a casa, un problema con la macchina. La comunicazione secondo me è importantissima. Vengo dalla scuola di Bjarne, dove tutto era organizzato nei minimi dettagli e secondo me questo porta i risultati (Boaro ha corso con Riis dal 2011 al 2016, ndr). Fancellu sembra sbadato, però è anche molto pignolo nel suo lavoro. Paga da sé le alture. Di recente è andato a Sierra Nevada e prima era stato a Livigno. Noi purtroppo non possiamo garantirglielo, ma ha investito anche su questo. E’ già un segnale che il ragazzo tiene a quello che fa. Noi da parte nostra cerchiamo di non mettergli tanto stress.
In che senso?
Nel senso che lui è il leader delle corse a tappe, ma non gli diremo mai che deve vincere. Partiamo per la corsa e vediamo cosa succede. Abbiamo cercato di dargli tranquillità. Gli abbiamo detto: «Le qualità le hai: divertiti in bici, cerca di fare quello che ti viene bene». Inutile dire in partenza che la squadra lavorerà per lui. Ma se come in Repubblica Ceca, sarà secondo nella generale, è ovvio che la squadra sarà al suo fianco. Serve a togliere pressione e le risposte arrivano. Al campionato italiano è arrivato nei 15, all’AlUla Tour di inizio stagione si è mosso bene nei ventagli e ha fatto 10° in classifica generale. Ha vinto il Giro del Giappone. Io penso che la Q36.5 si sia pentita di aver lasciato andare.
Lo scorso anno Fancellu era alla Q36.5: il cambio di passo del 2025 è stato davvero notevole
Lo scorso anno Fancellu era alla Q36.5: il cambio di passo del 2025 è stato davvero notevole
Ne avete parlato?
No, lui non parla molto delle squadre passate. Del resto ci diciamo sempre di guardare il futuro e di non pensare al passato. Gli ripeto che devono divertirsi, perché il tempo va veloce e il ciclismo sta cambiando velocemente. Mi ricordo che quando si ritirò, Tosatto mi disse: «Eh, vedrai che il tempo passa in fretta!». Infatti sono già passati 10 anni e anche se ti senti sempre giovane, bisogna far capire ai ragazzi che a 25 anni non riesci quasi più a passare e a 36 sei vecchio. Se invece lavori bene, divertendoti, fai come Malucelli che è arrivato al WorldTour a trent’anni. Fancellu ha avuto la proposta dalla MBH Bank e ha firmato, perché il mercato è difficile. Ma secondo me avrebbe potuto aspettare un po’. Tante squadre hanno gli occhi su di noi per capire chi vada forte.
Chi c’è oltre a lui?
Prendiamo Raccani, per esempio. Anche lui ha avuto una buona stagione. Al Giro del Giappone è arrivato secondo dietro Fancellu, ma se davanti non avesse avuto un compagno, magari l’avrebbe vinto lui.
Il terzo posto al Tzcech Tour che peso ha?
E’ un risultato che fa veramente piacere, perché dimostra che abbiamo lavorato nella direzione giusta. Dico ai ragazzi che non bisogna montarsi la testa, ma di crederci. Lo faccio dalla macchina e anche la sera nel giro delle camere.
Raccani ha vinto due corse: riuscirà anche lui a rilanciarsi in una squadra più grande? (foto JCL Team Ukyo)
Raccani ha vinto due corse: riuscirà anche lui a rilanciarsi in una squadra più grande? (foto JCL Team Ukyo)
Visti i risultati, sapete già quali corridori arriveranno l’anno prossimo?
Al momento abbiamo tantissime richieste, però Alberto dice che vanno confermati quelli che già abbiamo con noi. Capiti i dettagli di chi parte e di chi resta, in base a quelli che confermeremo si vedrà cosa fare. Essendo una squadra giapponese, se prendiamo cinque italiani, abbiamo l’obbligo di avere sei giapponesi. Si occupa Volpi di questi aspetti. Abbiamo una chat in cui condividiamo le idee, ma sappiamo che sarebbe sbagliato avere troppa fretta. Meglio fare dei colpi mirati, anche per capire chi davvero abbia voglia di rimettersi in gioco.