Il sipario è calato troppo presto su Veronica Echegui, attrice di grande versatilità e talento, che si è spenta a Madrid all’età di 42 anni.

La sua scomparsa, dovuta a una malattia vissuta con discrezione fino all’ultimo, ha lasciato un vuoto nel cinema spagnolo, privato di una delle sue interpreti più autentiche, capace di lasciare un’impronta profonda e riconoscibile nei suoi ruoli.

Il cordoglio del mondo dello spettacolo e della cultura è unanime: “Un’attrice con un talento e un’umiltà enormi”, l’ha definito il premier Pedro Sanchez, scioccato dalla notizia della morte. Mentre i colleghi si sono stretti intorno alla sua famiglia e agli amici, in un ininterrotto omaggio nella camera ardente nella casa funeraria La Paz, a Tres Cantos (Madrid).

Dopo la scuola di interpretazione. Echegui – al secolo Veronica Fernandez de Echaragray – aveva esordito nel 2006 da protagonista in “Yo soy la Juani” di Bigas Luna, che non solo le ha aperto le porte del cinema, ma ha anche messo in luce da subito un’indole ribelle e la sua capacità di dare vita a personaggi autentici e credibili.. E le è valsa la prima di quattro nomination ai Premi Goya.

Come raccontò in un’intervista, fu quel misto di “fame e passione”, colto da Bigas Luna, ad assicurarle la parte. Un fuoco che non si è mai spento, illuminando le sue interpretazioni più intense in ‘El patio de mi carcel’ (2008), in cui vestiva i panni di una giovane detenuta, o anche in ‘Katmandu, un espejo en el cielo’ (2011), in cui ha incarnato la determinazione di una maestra catalana in Nepal.

In Italia ha dimostrato la sua versatilità in commedie come ‘Lasciati andare’ (2017), di Francesco Amato, al fianco di Toni Servillo e Luca Marinelli, nel ruolo protagonista di Claudia, improbabile personal trainer spagnola del pigro psicoanalista sovrappeso Elia. Ed ha dimostrato un talento sorprendente anche in ruoli più leggeri, come nel musical ‘Ballo, Ballo’ (2020).

Oltre al grande schermo, Echegui si è distinta anche in televisione, in serie di successo come ‘Intimidad’ (2022) e ‘Los pacientes del doctor Garcia’ (2023). E ha lasciato un segno profondo, come artista e come donna, facendosi portavoce di una battaglia silenziosa contro gli abusi nel mondo dello spettacolo, una causa che ha trovato la sua massima espressione in ‘Totem loba’, il cortometraggio con cui ha vinto il Goya nel 2022 per la regia. L’opera, ispirata a una sua esperienza personale, è un manifesto potente contro la normalizzazione della violenza di genere. L’estremo saluto a Veronica Echugui sarà domani a mezzogiorno, al cimitero La Paz, nella capitale iberica.

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA