Quando mi chiedono del mio passato, sperano tutti nel torbido. E quando racconto che il lavoro che faccio mi ha salvata, mi ha tolto da altre situazioni, ci rimangono male». Ambra Angiolini, inaugurando la decima edizione della Festa del Cinema del Mare di Castiglione della Pescaia diretta da Giovanni Veronesi, ha rivelato che molti si sorprendono del fatto che, in fin dei conti, l’inizio della sua carriera con Non è la Rai non è stato così tormentato: «Mi sembra di far torto a qualcuno raccontando che per me non è andata male. Ho incontrato la cultura, l’arte, ho potuto scegliere, ho detto un sacco di no. Non mi sento una persona sfortunata. Diciamo che certi comportamenti in esterno sono stati atroci, nessuno si chiedeva “Come sta questa ragazzina di 15 anni”? Mi dicevano invece che ero grassa, ero scema, ero ignorante. Insomma con me le parole erano abbastanza grezze, rupestri».

Angiolini non ha mai nascosto che il boom di notorietà negli anni di Non è la Rai fu difficile da gestire. Proprio in quegli anni l’attrice iniziò a fare i conti con i primi disturbi alimentari: «Sono diventata bulimica a 13 anni per un cancro dell’anima» ha detto un paio d’anni fa in un’intervista. Il momento più difficile è stato uno in particolare: «Se guardo l’ultima puntata di Non è la Rai, ero nel pieno della malattia. Ero una ragazzina. E quella malattia ti frega, se non capisci da dove arriva». Ambra ha dovuto fare i conti con la malattia ma anche con chi, quando aveva 17 anni, prendeva in giro il suo corpo che si era trasformato. Nel maggio 2024, in una carrellata di immagini e servizi televisivi del passato, l’attrice ha mostrato a tutti come nei suoi confronti sia stato utilizzato un linguaggio duro, ostile, offensivo. «Addio vitino da vespa. Palloncino gonfiato», «Nemmeno l’abito nero e la gonna lunga alla caviglia riescono a dissimulare i chili di troppo. Anche il nuovo taglio scalato sottolinea il volto paffuto», si leggeva in certi articoli del passato. E ancora: «Fardello di ciccia», «L’extralarge non si addice ad Ambra. Ascesa e caduta della ninfetta anni ’90: tutta colpa di qualche chilo in più».

Tutto troppo difficile da sopportare per un’adolescente. Eppure Angiolini ha «scelto di non sottrarmi, di non rifiutare quella porcata. Ho deciso di affrontarla. Non l’ho mai vissuta da vittima. Mi sono ripresa tutto, anche le ferite. So che può far male a chi ha provato a fermarmi nella vita, ma non ci sono riusciti. Mi hanno solo fatto conoscere una donna più interessante di quella che avrei potuto essere se avesse prevalso la superficie». Ambra alla fine ha «vinto una guerra che non doveva nemmeno essere combattuta». Una guerra a cui ha anche dedicato un libro, InFame, che presto diventerà un film.