di
Silvia Turin
Gli effetti benefici del regime alimentare sul cervello delle persone colpite da Alzheimer sono maggiori proprio negli individui geneticamente predisposti a sviluppare la malattia: i portatori della variante APOE4
La dieta mediterranea è uno dei fattori che aiutano a prevenire il declino cognitivo e l’Alzheimer.
Lo ha confermato un nuovo studio condotto da ricercatori del Mass General Brigham, della Harvard TH Chan School of Public Health e del Broad Institute del MIT e di Harvard pubblicato su Nature Medicine.
La recente ricerca si è spinta anche più in là, dimostrando che gli effetti benefici della dieta sul cervello delle persone colpite da Alzheimer sono maggiori proprio negli individui geneticamente predisposti a sviluppare la malattia: i portatori della variante APOE4.
È come se le proprietà nutrizionali del regime alimentare mediterraneo potessero in qualche modo «compensare» lo svantaggio genetico.
Lo studio
Per arrivare alla scoperta, il gruppo di scienziati ha analizzato i dati di 4.215 donne partecipanti al Nurses’ Health Study, seguendole dal 1989 al 2023 (l’età media era di 57 anni all’inizio dello studio) e di 1.490 uomini partecipanti all’Health Professionals Follow-Up Study, seguiti dal 1993 al 2023.
I ricercatori hanno valutato le abitudini alimentari dei due gruppi a lungo termine utilizzando questionari sulla frequenza alimentare e hanno esaminato numerosi campioni di sangue nel tempo. I dati genetici sono stati utilizzati per valutare il rischio ereditario di malattia di Alzheimer di ciascun partecipante. Si sono seguiti nel tempo i nuovi casi di demenza e un sottogruppo di 1.037 donne è stato anche sottoposto a regolari test cognitivi telefonici.
I risultati
I risultati hanno mostrato che le persone più aderenti alla dieta mediterranea (QUI cosa si intende davvero per «dieta mediterranea», ndr) avevano un rischio inferiore di sviluppare demenza e mostravano un declino cognitivo più lento, ma soprattutto che questo effetto protettivo era più forte nel gruppo ad alto rischio, quello delle persone con due copie della variante genetica APOE4.
Questo gene in particolare, l’apolipoproteina E (APOE), è in passato emerso come il più forte fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer. «Le persone che presentano una copia della variante APOE4 hanno un rischio da 3 a 4 volte maggiore di sviluppare la malattia, chi presenta due copie della variante APOE4 (APOE4 omozigoti) ha un rischio 12 volte maggiore», hanno scritto gli autori dello studio.
Prevenzione
«Questi risultati suggeriscono che le strategie alimentari, in particolare la dieta mediterranea, potrebbero contribuire a ridurre il rischio di declino cognitivo e a prevenire la demenza – ha scritto il primo autore della ricerca -. Questa raccomandazione è ampiamente valida, ma potrebbe essere ancora più importante per gli individui a più alto rischio genetico».
La dieta mediterranea è l’unico modello alimentare che è stato collegato a benefici cognitivi in uno studio randomizzato (con assegnazione casuale dei gruppi). Riesce a modificare una serie di fattori di rischio considerati importanti per lo sviluppo di malattia: i ricercatori della «Commissione Lancet sulla prevenzione, l’intervento e la cura della demenza» ne hanno identificati 14. Ne abbiamo parlato QUI.
26 agosto 2025
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