Lo spagnolo, con i capelli completamente rasati, batte il gigante americano in tre set. Ora per lui c’è l’italiano
Dal nostro inviato Riccardo Crivelli
26 agosto 2025 (modifica alle 08:06) – NEW YORK
Tanto di cappello, Alcaraz. O forse di capello, visto il look da marine con cui si è presentato all’esordio degli Us Open. A ogni modo, un’eccellente presentazione per il numero due del mondo e campione a New York nel 2022: sconfitto in tre set (6-4 7-5 6-4) il gigante americano Opelka (2.11) cui non è bastata una grande prestazione, la migliore da due anni a questa parte, cioè prima che vari infortuni lo avessero allontanato dal top (ora è n. 67, ma ha un best ranking di 17 nel 2022). Ora per lo spagnolo ci sarà il nostro Bellucci.
il match—
Il primo set di Alcaraz è mostruoso: ripaga della stessa moneta uno dei migliori battitori del circuito, ottenendo un fantascientifico parziale di 20 punti a zero nei suoi turni di servizio. Con queste premesse Opelka, senza chance quando risponde, va sotto pressione quando a battere tocca a lui e inesorabile arriva il break nel quinto game, che mette in discesa lo spagnolo fino al 6-4 che gli regala il primo set. Numeri irreali, e infatti non appena cala la percentuale di prime di Carlitos,un ottimo Opelka può costruirsi le sue opportunità: due palle break nel sesto game del secondo set, annullate con due fantastici dritti dal murciano. L’americano fa tutto per bene, sale di intensità alla risposta, viene a rete per sottrarsi agli scambi e mostra un eccellente tocco con la volée di rovescio. Ma soffre terribilmente l’aggressività di Alcaraz quando è costretto a servire la seconda e nel’11o game un paio di risposte avversarie lo fulminano: due set a zero per l’allievo di Ferrero. Ma il match è tutt’altro che finito, Opelka continua ad essere lucido, mantiene qualità elevata (e inaspettata) in risposta e si procura per primo, già nel game iniziale del terzo set, una palla break, annullata da Carlitos con una buona prima.
messaggio a jannik—
Poi si prosegue sul solco dei servizi, fino al nono game: l’americano sale 30-0, ma nel punto successivo un irreale passante di dritto in corsa di Alcaraz su una volée di rovescio che non si alzava da terra cambia totalmente l’inerzia e un basito Opelka finisce per consegnarsi alle brame dello spagnolo con un doppio fallo sulla seconda palla break del game. È la resa: Carlos tiene il successivo servizio a zero e si impone dopo due ore e 5 minuti con l’86% di punti ottenuti con la prima. Se voleva essere un messaggio per il grande rivale Jannik, è arrivato forte e chiaro.
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