Joan Mir non è riuscito a portare a termine il lavoro nel Gran Premio d’Ungheria. Dopo il superbo sesto posto nella gara lunga in Austria, il suo miglior risultato domenicale in quasi due anni, il pilota spagnolo ha ripetuto la sua buona prestazione nella Sprint di Balaton Park, finendo sesto in una gara in cui ha brillato anche il suo compagno di squadra Luca Marini, quarto.
Tuttavia, la domenica si è rivelata più negativa per lui. Il pilota della Honda era già partito male nella gara lunga, per poi finire nuovamente a terra, in questo caso per un suo errore, cadendo in una curva dove, appena un secondo prima, era caduto anche Raul Fernandez. Così, non è riuscito a concludere una gara in cui Marini è arrivato quinto.
Mir ha chiuso un fine settimana in cui si è parlato molto del nuovo tracciato arrivato nel calendario della MotoGP, un Balaton Park che è stato descritto come un tracciato monotono, troppo stretto ed anche pericoloso, sulla base di incidenti come quello di Enea Bastianini di domenica. Il riminese è caduto all’inizio di una delle chicane ed è rimasto in mezzo alla pista. Fortunatamente, tutti i piloti sono riusciti ad evitarlo, ma il rischio di una tragedia è stato piuttosto concreto.
Alla domanda su questo incidente e se la pista ungherese sia adatta alla MotoGP, il numero 36 ha dato una risposta chiara: “Le chicane normalmente hanno questo aspetto, no? Se fai una chicane super stretta, se cadi alla prima curva, rientri in pista alla seconda curva. Beh, è vero che questa è una delle piste più pericolose che abbiamo in calendario, direi. Al momento non è il più sicuro”.
Joan Mir, Honda HRC
Foto di: Gold and Goose Photography / LAT Images / via Getty Images
Parlando della sua gara, lo spagnolo ha escluso che l’incidente abbia avuto a che fare con il nuovo telaio testato questo fine settimana e lo ha attribuito ad una serie di sfortune: “No, non è dipeso da quello. Credo che sia stata più una questione di riscaldamento delle gomme. Qualcosa ci è sfuggito. Ho visto che non riuscivo a fermare la moto in nessun modo. A questo si è aggiunto il fatto che sono partito male. È successo anche qualcosa con la frizione e mi hanno passato subito tre file intere”.
“È successo tutto insieme. Il ritardo, l’impossibilità di scaldare bene le gomme e la pessima partenza si sono sommati, e oggi non siamo riusciti a mettere tutto insieme. Tutti possono avere una giornata storta. Quando mi hanno passato tutti, non mi sono sentito stordito. Dietro a tutte queste moto, con la gomma media non riuscivo ad impostare il mio ritmo, non riuscivo a fare sorpassi e non scaldavo bene la gomma…. E quando volevo iniziare a frenare forte, ho mollato i freni e sono caduto. È stato un accumulo di cose negative”, ha proseguito.
Infine, Mir ritiene che sarà interessante continuare a testare il nuovo telaio, che ha funzionato così bene sulla Honda numero 10 dall’altra parte del box: “Dobbiamo vederlo, ma il telaio non ha nulla a che fare con quello che è successo oggi, con come sono andate le cose. Penso che dobbiamo dargli continuità. Un telaio e l’altro sono molto simili. Il telaio base sappiamo già come funziona, ci abbiamo fatto tutta la prima metà della stagione e sappiamo fino a che punto può arrivare. Quello nuovo, se gli diamo continuità? Sembra che stia funzionando bene per Luca Marini e anche per me, fino a oggi” , ha concluso.
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