C’è un patrimonio che la città di Mondovì custodisce da secoli. Un tesoro di carta che pochi – fino a oggi – hanno avuto la fortuna di vedere. Composto da 25 mila volumi antichi, alcuni dei quali risalenti fino al ‘500. La Giunta comunale di Mondovì ha approvato il progetto esecutivo di un intervento di cui si parla da tempo, attesissimo: i lavori all’ex Collegio delle orfane, oggi “LIBER”, che trasformeranno il piano sopra al Museo della Stampa nella nuova sede del Fondo storico.
Uno scrigno per tesori di carta.
Nei progetti, sarà qualcosa di spettacolare. L’Amministrazione comunale, con l’assessora Francesca Botto in testa, ci crede moltissimo. I volumi saranno custoditi in speciali scaffali isolati ma trasparenti, realizzati in una sorta di plexiglass, in cui saranno al riparo da povere e umidità, ma al tempo stesso visibili a tutti.
Nell’ex collegio dove un tempo venivano accolte le orfanelle, troveranno posto pergamene, tomi, teche con volumi per la consultazione anche digitale. E al piano superiore, spazi per mostre ed eventi culturali grazie a strutture modulabili per essere adattati alle varie esigenze.
Tra i volumi più pregiati del Fondo storico si trova anche una copia – forse l’unica – dell’Atlante Geografico Veneto del 1690 e una copia settecentesca della celebre “Encyclopedie”. Un patrimonio che include anche 127 manoscritti, 52 incunaboli e oltre 800 cinquecentine.
Ma questi tesori, fino a oggi, non erano valorizzati. L’idea è quella di renderli accessibili al pubblico: sia a chi vuole consultare l’archivio, attraverso le opere digitalizzate, sia ai visitatori del Museo della Stampa. Del progetto si è occupata la società Officina delle Idee.
Il progetto finale prevede una fruizione in continuità di tutto l’ex complesso delle Orfane, rendendo “LIBER” una sorta di spazio tripartito: al piano terra la sezione “piombo” (il Museo della stampa e dei caratteri tipografici), sopra la sezione “carta” (il fondo storico) e al piano ancora superiore la sezione “aria” con spazi per convegni (con una sala da 100 posti), mostre, eventi culturali. Un locale dove “respirare cultura”. E nei locali ancora disponibili potrebbero trovare posto “residenze artistiche”.
Tutto questo è stato possibile con l’investimento di una mole enorme di fondi: a partire dai 2 milioni di euro del bando FARO della Fondazione CRC, nel 2016, con cui si è realizzato il “primo lotto” (il riallestimento del Museo della Stampa), poi gli 800 mila euro che consentiranno il trasferimento del Fondo storico, grazie ancora a Fondazione CRC (500 mila euro) e Intesa San Paolo (300 mila euro).
Ora c’è il progetto esecutivo: da qui partirà il bando di gara, e poi finalmente i lavori. E il tesoro di carta diventerà visibile a tutti.