VENEZIA – “Origin” di Yann Arthus-Bertrand è il documentario che stasera, in sala Darsena al Lido, darà il via alla 82. Mostra del cinema.
Il filmato, che dura poco meno di mezz’ora, riprende con dei droni le zone meno antropizzate della laguna di Venezia: le barene difficilmente raggiungibili e nascoste, i “ghebi” e le “velme” che disegnano viste dall’alto quasi dei magnifici quadri astratti. L’uomo, in queste immagini, è assente, al di là da venire ad occupare lo spazio naturale e costruire lentamente una città.
«Sono sempre stato affascinato da Venezia – dice il regista – fotografo Venezia da oltre quarant’anni e ne sono ancora ammirato. Volevo realizzare un film al di fuori dei formati tradizionali, concepito come un’opera artistica a sé stante dove la musica e la bellezza della Laguna potessero incontrarsi».
Il succedersi delle immagini della natura allo stato quasi primordiale, lascia lentamente lo spazio alle prime avvisaglie della presenza umana: le briccole che segnano i canali, le reti da pesca, le nasse e i casoni da pesca sorretti da palafitte nella laguna, e poi i primi, solitari, insediamenti in muratura sparsi tra le barene. Si percepisce che lo spazio sta per essere trasformato e conquistato dall’uomo. Poi, ecco apparire qualcosa di definitivo e irreversibile: Pellestrina e poi, alla fine, la “Città Grande”, Venezia.

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CON I DRONI

«Grazie ai droni, e all’aiuto del regista veneziano Giovanni Pellegrini, siamo riusciti a catturare paesaggi molto diversi da quelli che vediamo solitamente a Venezia – dice Arthus-Bertrand – non è la città turistica che volevo mostrare, ma le sue origini: il potere dell’ingegno umano di fronte a un ambiente difficile. Venezia è stata costruita da uomini e donne che hanno saputo adattarsi a un territorio ostile, costruire un posto in cui vivere, e questo è straordinario. Questo film è anche un omaggio a questi costruttori».
Il documentario è nato per volere di Carlo Ratti, curatore della Biennale architettura, e mostrato nella versione corta alle Corderie dell’Arsenale. Ora, nella versione allungata, si ripropone alla Mostra del cinema ed è un’occasione irripetibile di vederlo sul grande schermo, un omaggio alla città e al suo territorio che la ospita di potente effetto visivo.
Chiude il film, sui titoli di testa, una grande nave container che sta lentamente entrando dal porto di Malamocco e va verso Marghera: l’uomo non ha solo costruito una città ma ha saputo usare la laguna, fin dalle origini, per commerciare e costruire ricchezza. Ne abbiamo fatto un buon uso?