Highgrove, il suo posto del cuore e la residenza reale a cui è più legato. La tenuta del settecento è stata acquistata dal 1980 da re Carlo III, di cui si è preso cura trasformandolo in un vero e proprio parco biologico in cui vengono ospitate tutte le tipologie di organismi vegetali presenti sul suolo britannico e molto di più. Una passione ma anche un lavoro con la Fattoria del Ducato di Cornovaglia, azienda biologica eco sostenibile destinata a coltivazione biologica considerata una vera e propria miniera d’oro per il ducato oggi in mano al principe William (con un accordo privato con il figlio Carlo ha mantenuto il pieno controllo della proprietà in cambio di un affitto di circa 700.000 sterline all’anno). Highgrove oggi è al centro della cronaca royal per un’indagine condotta dal Sunday Times e un caso di dimissioni di massa da parte dei giardinieri per “ambiente di lavoro tossico”.

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Carlo e Diana con Harry e William a Highgrove nel 1986

“Stipendi indecenti e capricci di un re rabbioso, impaziente e senza nessuna cortesia verso lo staff”: secondo il Sunday Times, dal 2022, 11 giardinieri sui 12 assunti con contratto indeterminato dalla Fondazione di re Carlo III per la manutenzione di Highgrove, rifugio campestre del sovrano di 800 acri nel Gloucestershire, si sarebbero dimessi denunciando un ambiente di lavoro tossico a causa di un salario minimo e un capo definito dispotico e tiranno.

Secondo un’indagine dettagliata del quotidiano inglese, pubblicata nell’edizione del 20 luglio, negli ultimi tre anni ci sarebbe stato un turnover così elevato (e sospetto) tanto che nel 2023 che la King’s Foundation, che gestisce i giardini, “ha dovuto ricorrere a lavoratori temporanei o persino a volontari in pensione” oltre ad avviare un’indagine interna. Diverse le causa di queste dimissioni di massa: “stipendi bassissimi, pressioni costanti e una gestione considerata tossica”.

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Re Carlo a Highgrove

“Nel 2022 alcuni giardinieri venivano pagati appena 8,91 sterline all’ora, poco più del salario minimo del Paese”, scrive il magazine, “uno di loro ci ha confidato: ‘È come se ti dicessero: dovresti essere grato di lavorare per il re, la persona più importante del Paese e non lamentarti”. Inutile dire che l’inchiesta regala un’immagine non proprio lusinghiera di Carlo III accusato di essere eccessivamente esigente e di essere solito “ad attacchi d’ira e e comportamenti ingestibili”.

Secondo le denunce di diversi giardinieri di Highgrove, il sovrano controllava tutto, fino alla sfumatura dei colori dei fiori e le dimensioni della frutta e “vagava regolarmente tra i giardini con le mani dietro la schiena, alla ricerca del minimo errore nei confronti dei suoi dipendenti”. Ad esempio, secondo le testimonianze raccolte dal Times, avrebbe preteso che un semplice senecione, una pianta erbacea molto comune, avvistato vicino alla sua piscina venisse rimosso immediatamente, o si sarebbe lamentato de grado di fertilizzazione e “infuriato per la potatura prematura dei suoi delphinium, che aveva rovinato uno dei suoi momenti più belli dell’estate”.

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Highgrove

Uno dei giardinieri capo avrebbe fallito il periodo di prova dopo aver scambiato il nome di un arbusto giapponese. “Toglietemi quell’uomo dalla vista”, avrebbe detto il re furente per l’errore per lui inaccettabile. Un “atteggiamento continuo tra entusiasmo e ira, urla come quando un dipendente osò suggerire al re di assumere uno specialista per le sue magnolie e grandi slanci di entusiasmo quando vedeva una rosa raggiungere la sua fase di fioritura”. Alcune richieste spesso erano recapitate su piccoli foglietti scritti “con inchiostro rosso intenso” e la descrizione minuziosa degli interventi richiesti.

Come ricorda Madame Figaro, nel 2018, nella biografia Rebel Prince: The Power, Passion and Defiance of Prince Charles, lo scrittore Tom Bower aveva già menzionato la questione parlando dei giardinieri del re costretti “a sdraiarsi a pancia in giù su un rimorchio per estirpare le erbacce a mano a causa dell’odio di Carlo III per i pesticidi” e “soldati indiani in pensione che facevano pattuglie notturne con torce per rimuovere le lumache dalle piante”.

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Carlo con i figli nel 1999

Le dimissioni dello staff hanno costretto la King’s Foundation a commissionare un’indagine esterna nell’autunno del 2023, che ha successivamente riconosciuto “carenza di personale”, “cattive pratiche di gestione” e un problema retributivo. Il rapporto ha infine raccomandato una “formazione e supporto psicologico per tutti i dipendenti per tutelare la loro salute mentale”. Migliorie che secondo il Times ad oggi non ci sarebbero state. Buckingham Palace risponderà alle accuse?