La sosta estiva è stata rigeneratrice. La chiusura della Gestione Sportiva per due settimane, imposta dalla FIA per tutti, è servita a riflettere, a valutare gli obiettivi con cui la Ferrari affronterà gli ultimi dieci GP della stagione. 
 
Lo sviluppo della SF-25 è stato fermato (parcheggiato anche l’aggiornamento del fondo che era in programma), per cui la rossa dovrà cercare di difendere il secondo posto nel mondiale Costruttori, considerato che il divario dalla McLaren è diventato siderale (399 punti), mentre il vantaggio sulla Mercedes è di appena 20 lunghezze. 
 
Il target è chiaro: mantenere la seconda piazza con onore. La Ferrari deve essere pronta a sfruttare l’eventuale passo falso dei piloti papaya per capitalizzare una vittoria che dia un senso a una stagione terribile se si considera che era iniziata con la speranza di lottare per i due titoli mondiali. Red Bull e Mercedes hanno già assaporato il gusto del successo, la Scuderia no. E questo a Maranello pesa molto.  
 
L’introduzione del nuovo fondo in Austria e l’adozione della sospensione posteriore modificata hanno attenuato i problemi della rossa che resta, comunque, una monoposto difficile da guidare e da mettere a punto. In un’interessante intervista rilasciata a Michael Schmidt di Auto Motor und Sport, Fred Vasseur ha ammesso le pecche della SF-25…  

Frederic Vasseur, Team Principal Ferrari

Frederic Vasseur, Team Principal Ferrari

Foto di: Mark Thompson – Getty Images

 
“La McLaren eccelle nella gestione delle gomme, soprattutto in condizioni di grande caldo e pista bagnata. Le squalifiche in Cina ci hanno un po’ scombussolato i piani. Abbiamo sempre dovuto lasciarci un margine di sicurezza con l’altezza da terra delle monoposto. Come tutti sappiamo, queste monoposto sono estremamente sensibili in termini di altezza da terra. Ogni millimetro è una posizione sulla griglia. Se non si ha il pieno controllo dell’altezza della monoposto, ciò andrà a influire sulla competitività della stessa. Per risolvere il problema, si perde concentrazione su altre cose. Preparare le gomme per le qualifiche, i giri di riscaldamento e altre cose”. 
 
Una fotografia finalmente lucida della realtà Ferrari che si è portata dietro altre considerazioni importanti… “Nelle monoposto di oggi tutto ruota attorno alla stabilità aerodinamica. Negli ultimi due anni ci siamo concentrati molto di più sulla guidabilità e sulla prevedibilità che sulla pura deportanza. L’obiettivo era quello di eliminare le variazioni della deportanza che si verificano quando le ruote girano, l’auto rolla o beccheggia. Il passo più importante che abbiamo compiuto in questo senso dal 2023 è stato a Monza lo scorso anno. È lì dove il pilota estrae il massimo dal pacchetto. Se non è sicuro di cosa fa la vettura, allora non sarà in grado di sfruttarla appieno”. 

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Pirelli

 
Ecco il punto critico: i piloti non si fidano delle reazioni della SF-25. Se Leclerc è abituato a guidare sopra ai problemi, cercando, specie nel giro secco, di compensare con il talento naturale le carenze della macchina, Hamilton vorrebbe lavorare sulla vettura per trovare quel feeling con la vettura che non è mai nato, ma i tentativi dell’inglese di cambiare qualcosa si sono infranti nella frase che la ha raggelato: “Ma noi abbiamo sempre fatto così”. Come se certe scelte tecniche Ferrari fossero scolpite nella pietra. Presunzione? Arroganza? O la paura di toccare qualcosa che ha sempre funzionato? 
 
Sta di fatto che la “cura” (fondo più sospensione) ha alleviato le difficoltà, ma non ha risolto il comportamento della rossa che resta imprevedibile soprattutto nelle staccate. La Ferrari, semplicemente, non è sincera al limite e toglie fiducia ai piloti, più a Lewis che a Charles. Le 10 gare che restano saranno delle autentiche… lotterie.  
 
Se la SF-25 dovesse trovare delle piste che si sposano con le sue caratteristiche potrebbe sperare di alzare la testa, altrimenti sarà dura, durissima. Non aspettiamoci, quindi, una Ferrari costante nelle prestazioni, con un crescendo che aveva caratterizzato la seconda parte dello scorso anno, ma prevediamo una rossa da ottovolante.  
 
Laddove l’asfalto del tracciato consentirà di deliberare un setup con un’altezza da terra minima, la macchina di Maranello potrebbe tirare fuori l’effettivo potenziale, diversamente saranno appuntamenti difficili. Perché nelle analisi dei dati stanno emergendo cose strane: non è detto che l’instabilità in frenata nasca solo da una deficienza (parzialmente corretta) del retrotreno come si è detto e ripetuto all’infinito. 
 
È possibile che ci sia un’instabilità aerodinamica in staccata che potrebbe nascere dall’anteriore in certe situazioni limite che alleggerirebbe troppo il davanti, togliendo l’indispensabile confidenza ai piloti. Ecco perché si parlava anche di un problema al power steering alle velocità più alte, mentre lo sterzo nella tradizione del Cavallino non ha mai generato delle difficoltà. Zandvoort e Monza sulla carta non dovrebbero essere troppo avverse alla rossa, ma visto l’andamento della stagione è meglio non azzardare pronostici… 

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