Il Comandante pronto a virare sul 4-2-3-1 per riaccendere una squadra priva di idee
Giornalista
26 agosto 2025 (modifica alle 11:01) – ROMA
Tutto da rifare. Il precampionato, e in particolare le ultime amichevoli, avevano trasmesso la sensazione di una Lazio che – nonostante le difficoltà relative al mercato bloccato – fosse già sulla strada giusta. La prima di campionato ha invece spazzato via le illusioni e riportato tutti con i piedi per terra. Anche se le attenuanti non mancano (le assenze, la prova straordinaria del Como) il match del Sinigaglia ha sentenziato che il lavoro da fare è ancora tanto per Sarri e per i suoi giocatori. Il tecnico lo sapeva, ma non pensava che la situazione fosse così grave. Al punto che domenica sera ha ammesso: “Se siamo questi siamo messi male”.
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Cambio modulo—
È ovvio che quella vista a Como è una Lazio troppo brutta per essere vera. Ma è altrettanto vero che vanno riviste molte cose per riaccendere una squadra apparsa spenta e priva di idee. L’ipotesi che prende consistenza è quella di un cambio di modulo, che possa consentire ai biancocelesti di esprimersi meglio e, soprattutto, di essere più propositivi nella costruzione della manovra. Nell’ultimo quarto d’ora del match di Como, con l’ingresso di Dia al posto di Dele-Bashiru, la Lazio è passata dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Un modulo, quest’ultimo, che tra l’altro Sarri aveva spesso testato nel corso della preparazione a Formello. Potrebbe proporlo dall’inizio domenica sera contro il Verona. Schierando più o meno gli stessi uomini che hanno concluso il match con il Como. Il sacrificato sarebbe quindi Dele-Bashiru, che ha nuovamente deluso come mezzala sinistra e va dunque verso una bocciatura più o meno definitiva in quel ruolo. Con Dia alle spalle di Castellanos la formazione biancoceleste acquisirebbe maggiore peso in avanti e potrebbe anche trovare una copertura degli spazi più funzionale. La cerniera del reparto mediano sarebbe assicurata dal duo Guendouzi-Rovella, che tra l’altro sembrano più a loro agio in un centrocampo a due che in uno a tre. Con questo sistema di gioco la Lazio ha affrontato l’intera scorsa stagione, dimostrando di averlo metabolizzato bene. Il calcio di Sarri è diverso da quello di Baroni, ma certe meccanismi si somigliano. Il 4-2-3-1 potrebbe quindi essere la quadratura del cerchio per una squadra che deve ancora trovare la giusta dimensione.
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Variante Vecino—
Il 4-3-3 però non andrebbe comunque in soffitta. Tutt’altro. È probabile che Sarri finisca con l’alternare i due moduli. Specie quando avrà di nuovo a disposizione Vecino. Il calciatore uruguaiano potrebbe farcela già per la partita di domenica con il Verona, ma – ammesso che ci riesca – è difficile che possa essere schierato dall’inizio visto che è fermo da venti giorni. Quando avrà recuperato potrebbe però aggiungersi a Guendouzi e Rovella nel centrocampo a tre, al posto di Dele-Bashiru che, come detto, non sta convincendo da mezzala. Nel corso del ritiro precampionato Sarri ha provato anche il 4-3-1-2 e anche questa potrebbe essere una soluzione alternativa. Presenterebbe il vantaggio di poter schierare il doppio centravanti (con Dia che in questo caso sarebbe al fianco e non dietro Castellanos come nel 4-2-3-1). Ci sarebbe però il problema di individuare il trequartista giusto (Zaccagni e Pedro i papabili).
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