Tre podi consecutivi: con il terzo posto di oggi, Marco Bezzecchi manda in archivio la prima back-to-back dopo il rientro dalle vacanze estive.
Sul weekend al Balaton Park…
“Sono due weekend dove non iniziamo col piede giusto, fatichiamo, ci mettiamo una pezza il sabato. Mi è mancato qualcosa il sabato rispetto alle ultime volte, quel grip mi serviva perché altrimenti non avrei fatto nemmeno un terzo della gara che ho fatto. Non mi aspettavo che la soft calasse così, quando è arrivato Marc, ho dovuto calare, mi ha preso Acosta. Una delle gare più dure dell’anno con un risultato positivo”
Su Marc Marquez e la strategia che Bezzecchi ha adottato in gara…
“Marc è fortissimo, è a posto con la moto, è a posto in generale: quando sei così è chiaro che fai la differenza. Io sono contento perché ho dato tutto, ci arriveremo poi. All’inizio mi sono trovato davanti, dopo il contatto ho cercato di non esagerare con la gomma. Avevo Morbidelli dietro, quando avevo Marc ho provato a incrementare. Ci ho provato a stare lì e a fare bagarre, lui era molto veloce e anche più veloce di me al momento che mi ha passato”
È stato il massimo che potevi fare?
“Sì, secondo me è stato il massimo che potevo fare, anche il passo guardando le prove ero un po’ più lento dei due VR46. Non vedo l’ora di andare a Barcellona, è una pista che mi piace”
Poi, con i giornalisti…
Al di là dell’exploit di Silverstone, sono cinque gare in cui sei super competitivo e sempre da podio e l’hai fatto. Pensi che queste cinque gare facciano sì che ormai l’Aprilia con te sarà sempre da podio, almeno sulla carta, in tutte le prossime piste?
“Speriamo. Sicuramente sono state delle gare positive quelle passate e quella di oggi, però alla fine, diciamo che è così facile adesso in MotoGP fare degli up and down, è un attimo. Mon bisogna mai sedersi troppo sugli allori, intanto perché non abbiamo vinto, abbiamo fatto terzi, che è un ottimo risultato, è il massimo che potevamo fare qua, ma comunque non è fare primo. Cercare di rimanere sul pezzo sarà sicuramente la chiave per continuare a migliorare sempre un pochino di più”
Quanto è importante adesso che Jorge Martín è tornato e sta iniziando a girare anche ai tuoi livelli? Avere un compagno di squadra come lui, portare avanti il lavoro con prestazioni simili, pensi che possa essere un punto chiave per, come dicevi tu, costruire la base per il 2026?
“Intanto sono contento per Jorge perché oggi ha fatto un garone, questo prima di tutto. Poi è sicuramente importantissimo avere più feedback, avere non solo me e i piloti Trackhouse, ma anche Jorge che può dare delle informazioni importanti agli ingegneri in più. Sono contento anche perché si sapeva che sarebbe arrivato e che sarebbe stato veloce. Uno non si scorda mai come si va in moto, soprattutto uno come lui che alla fine è anche un campione del mondo”
Al di là però della moto, sembra che tu e la tua squadra negli ultimi due Gran Primi siate riusciti a migliorare sia per quanto riguarda la qualifica che poi per il passo…
“Sì, diciamo che la mia squadra sta lavorando molto molto bene. Alla fine è una roba di insieme, perché da venerdì al sabato i ragazzi mi hanno fatto tanti cambiamenti sulla moto, poi io sono partito sabato mattina e mi sembrava identica, ma era semplicemente perché forse stavo esagerando, stavo facendo un po’ troppo. Sicuramente l’aiuto della mia squadra, di tutti gli ingegneri, è quello che mi serve. È chiaro però che devo sempre cercare di metterci questo impegno e anche di più”
Stiamo vedendo un’Aprilia sempre più vicina alla Ducati, che con Marc Marquez magari vince, ma con gli altri un po’ soffre. Tu come la vedi?
“Alla fine guardi comunque i piloti che hai davanti e Marc alla fine guida la Ducati. Io personalmente guardo Marc come pilota, come ‘singola persona’, chiaramente guardo anche la sua moto, però per me è più lui un obiettivo. Pedro, Franco, Pecco… stare lì davanti, insomma con loro. Chiaramente bisogna tener conto anche delle moto che guidano e questo è più un argomento che io tratto con le pinze, alla fine ci guardano più i miei ingegneri, i miei ragazzi, però non saprei dire se siamo più vicini, perché alla fine se il vero potenziale in questo momento lo fa vedere Marc, non siamo vicinissimi. Magari dobbiamo fare ancora degli step”
Quanto è difficile avercelo dietro così tanto?
“Forse era più dura quando era davanti, che lo vedevo che andava via. Diciamo che un po’ me l’aspettavo, oggi più che in Austria, di soffrire così. In Austria alla fine mi ero gestito bene e purtroppo c’è stato qualche inconveniente, invece qua sono stato più sorpreso dalla prima parte di gara piuttosto che delle bagarre e di aver perso anche la posizione su Pedro. Comunque non ero a posto, non so bene come ho fatto a essere lì in quel momento, ci ho messo parecchio del mio, ma finché la gomma mi ha dato una mano ero molto a posto, poi ho iniziato a essere più in difficoltà, però è stato bello battagliare”