OaT sotto pressione, si allarga lo spread col Bund e si avvicina al BTp

Il governatore della Banca di Francia ha chiesto “un vero dibattito pubblico” sul debito e sulle misure per superarlo, sostenendo uno sforzo “equo e condiviso”. In una intervista, Villeroy de Galhau ha anche invitato l’Europa a “mobilitare le proprie risorse” di fronte al protezionismo americano. Interpellato sulla possibile caduta del Governo Bayrou, il governatore ha sottolineato come “la Banca di Francia non deve decidere su un voto politico, né su un movimento sociale. Può semplicemente richiamare una realtà economica: la soluzione alle nostre diverse sfide inizia dal nostro lavoro e dalla sua qualità, il nostro destino economico è nelle nostre mani”, ha concluso.

Gli OaT, i titoli di stato francesi, continuano ad essere sotto pressione dopo l’allarme lanciato dal primo ministro Bayrou sul super debito transalpino con la richiesta di un voto di fiducia l’8 settembre sul piano di tagli al bilancio che potrebbe portare ad una crisi di Governo. Il differenziale di rendimento OaT-Bund a 10 anni è arrivato oggi a 78 punti base, dopo che già ieri si era allargato di quattro punti arrivando a 77. Il rendimento degli OaT decennali benchmark è ulteriormente salito oggi chiudendo al 3,50% dal 3,49% della chiusura di ieri. Si avvicina ancora anche lo spread di Italia e Francia rispetto al Bund sulla scadenza decennale, che si è ridotto oggi a 9 punti base dai 12 punti della chiusura di ieri.

Scope Ratings, con crisi politica debito/Pil in salita a 122% al 2030

Scope Ratings prevede che il rapporto debito/Pil della Francia continuerà ad aumentare fino a circa il 122% entro il 2030, dall’113% del 2024, superando l’obiettivo del governo dell’117% nel 2029. La nuova stima arriva alla luce di proiezioni fiscali più deboli da parte dell’agenzia di rating a causa dello stallo politico. “Ad oggi – si legge in una nota di Scope Ratings – la nomina di un nuovo primo ministro che dovrà fare concessioni sul bilancio 2026 appare più probabile di un altro scioglimento, dato il rischio di stallo derivante da un altro parlamento sospeso dominato dai partiti di estrema sinistra o estrema destra”. L’approvazione del bilancio del prossimo anno da parte dell’attuale parlamento richiede quindi, secondo l’agenzia, un indebolimento del piano di risparmio del governo Bayrou pari a 44 miliardi di euro, ovvero circa l’1,5% del Pil. L’impasse politica compromette la prevista riduzione del disavanzo di bilancio dal 5,8% del Pil nel 2024 al 5,4% nel 2025 e al 4,6% nel 2026. L’ipotesi di base di Scope è invece che il disavanzo di bilancio della Francia scenderà solo al 5,6% del Pil nel 2025 e al 5,3% nel 2026. L’agenzia è anche “più cauta del governo” riguardo alle prospettive di consolidamento fiscale a lungo termine, in particolare “a causa dei tassi di rifinanziamento più elevati della Francia”.

Secondo l’agenzia, i pagamenti netti degli interessi sono destinati ad aumentare fino a circa il 4% delle entrate pubbliche nel 2025 dal 3,6% nel 2024, in linea con quelli del Belgio (AA-/Negativo, 3,8%) ma ancora inferiori a quelli della Spagna (A/Stabile, 5,2%) e del Regno Unito (AA/Stabile, 6,6%). Analogamente, i rendimenti dei titoli di Stato francesi a 10 anni sono aumentati in modo moderato ma costante fino al 3,5%, convergendo con quelli di Spagna e Italia (BBB+/Stabile). Oggi la Francia ha un rating AA- con outlook Stabile. Il voto di fiducia richiesto dall’8 settembre dal primo ministro francese François Bayrou in vista del dibattito parlamentare sul bilancio 2026, “arriva in un momento di forte opposizione politica alla proposta di bilancio pluriennale presentata dal governo a luglio”, sottolineano Thomas Gillet and Brian Marly, Sovereign and Public Sector di Scope Ratings. I partiti di sinistra, tra cui il Partito Socialista, e l’estrema destra del Rassemblement National (che detengono complessivamente 298 seggi, superiori ai 289 che costituiscono la maggioranza assoluta nell’Assemblea Nazionale) hanno dichiarato che voteranno contro l’esecutivo. “Il crollo del governo – che sarebbe il secondo in meno di un anno – è l’esito più probabile nell’attuale contesto parlamentare”, secondo l’agenzia, e le conseguenze sarebbero “negative” per il credito, “date le scelte che si troverebbe a dover compiere il presidente Emmanuel Macron”. Il presidente, sottolinea ancora Scope, potrebbe nominare un nuovo primo ministro – il quinto in quattro anni – incaricato di formare un nuovo governo, oppure indire nuove elezioni legislative anticipate – le seconde in due anni.

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