Sul circuito ad anello di Nardò, tracciato leggendario dove le auto più estreme si sfidano alla velocità pura, un nuovo esemplare ha ridisegnato il concetto di resistenza meccanica: la AMG GT XX, un prototipo creato da Mercedes per portare l’elettrico dentro l’arena della brutalità ingegneristica. Fin dal principio le attenzioni erano focalizzate sulle prestazioni e l’impresa compiuta a 300 km/h costanti non lascia indifferenti.

Oltre 40.000 km in una settimana

AMG entra in questa sfida col linguaggio di risultati tangibili e la GT XX impone la sua esistenza sul terreno dei fatti. I numeri esplodono senza preavviso: 5.479 km in 24 ore, il vecchio primato mondiale sbriciolato di oltre 1.500 km, eppure il vero colpo arriva una settimana dopo, quando due GT XX identiche macinano asfalto senza tregua fino a chiudere una distanza pari alla circonferenza terrestre in sette giorni, tredici ore, ventiquattro minuti e sette secondi, per 40.000 km complessivi e una media giornaliera superiore ai 5.300, ottenuta soltanto con turni senza sonno, ricariche a potenza massima e un coordinamento spinto al limite tra logistica, ingegneria, resistenza fisica e pianificazione.

Sotto la pelle lavora un sistema propulsivo nato dai motori a flusso assiale YASA, spinti al massimo da Mercedes-AMG, composto da tre unità con densità di potenza tripla rispetto ai propulsori elettrici convenzionali: due al posteriore, una all’anteriore, ciascuna con il proprio inverter e un circuito di raffreddamento a olio che mantiene temperature stabili anche quando la velocità non scende mai sotto i 300 km/h, soglia che avrebbe fatto collassare qualsiasi architettura meno raffinata.

Il pacco batterie, immerso in fluido dielettrico disperdente calore attraverso migliaia di microcanali, contiene oltre 3.000 celle cilindriche con densità superiore a 300 Wh/kg, in diretta comunicazione insieme a un’infrastruttura di ricarica erogante in media 850 kW, trasformando ogni sosta in pause di pochi secondi prima del ritorno a pieno regime. La velocità di crociera mantenuta rappresenta l’equilibrio esatto tra consumo energetico, aerodinamica e strategia globale, necessario per un ciclo continuo di sforzo e recupero.

Michelin e Alpitronic hanno assistito

Sotto il sole di Nardò, i piloti, alternandosi ogni due ore, hanno mantenuto precisione e costanza lungo le oltre 3.100 tornate consecutive, assistiti da un centro di controllo remoto ad Affalterbach che riceveva in tempo reale dati ad alta risoluzione sui vari parametri meccanici ed elettronici. Nel progetto sono entrati attori esterni decisivi, da Michelin, impegnata a sviluppare mescole capaci di sopportare ore di attrito continuo a velocità superiori ai 300 km/h, ad Alpitronic, responsabile di un sistema di ricarica in grado di fornire potenze massime stabili pure nel momento in cui le condizioni operative diventavano proibitive.

Mercedes-AMG ha inteso quest’auto come dimostrazione di forza, ma anche come anteprima di ciò che arriverà nel vicino futuro, essendo attesa per il 2026 la messa in produzione della piattaforma AMG.EA, dotata di tecnologie derivanti direttamente da questa maratona. Se pensavate che l’elettrico fosse fragile o poco coinvolgente dovrete aggiornare le vostre convinzioni perché AMG ha costruito una macchina in grado di imporre una nuova unità di misura: quella della continuità assoluta, scevra da provocazione estetica, governata da ingegneria al servizio della performance.