In Olanda la McLaren punta a riprendere la sua inesorabile marcia interrotta soltanto dalla pausa estiva, mettendo nel mirino la quinta doppietta consecutiva. I presupposti a Zandvoort ci sono tutti, su un’altra pista perfetta per la MCL39, se non fosse per le fastidiose condizioni ambientali, in particolare per il vento che potrebbe spirare fino a 40 km/h. Ferrari invece spera di ripetere l’ottima prestazione espressa a Budapest fino al problema occorso a Charles Leclerc, ma per farlo deve spazzare via i dubbi che le difficoltà nella gestione delle altezze da terra persistano anche con la nuova sospensione. Per questo non esiste banco di prova migliore delle sopraelevate di Zandvoort, circuito di casa di Max Verstappen, la cui priorità, insieme alla Red Bull, è tornare a far lavorare le gomme nella corretta finestra di utilizzo.

Una pista McLaren

Dopo Budapest quella olandese è un’atra pista che esalta le qualità della macchina di Woking. Con una media sul giro in qualifica di 210 km/h, Zandvoort si presenta come un circuito tortuoso, povero di rettilinei e ricco di curve da media velocità, proprio quelle dove la MCL39 sprigiona un carico aerodinamico superiore alla concorrenza, come testimoniano i dati GPS. Le temperature miti potrebbero contenere lo strapotere delle McLaren, nota invece per galvanizzarsi in condizioni di caldo, ma ciò non cambia il pronostico della vigilia per un nuovo duello al vertice tra Oscar Piastri e Lando Norris.

C’è però un importante fattore che rischia di infastidire la formazione di Woking. Sulle rive del Mare del Nord spira spesso un forte vento, canalizzato dalle dune circostanti la pista lungo direzioni diverse che colgono di sorpresa i piloti, destabilizzando le auto. Nel 2024 le raffiche furono così forti da andare oltre qualsiasi valutazione sulla sensibilità delle singole macchine, evidenziando la superiorità della McLaren in quanto a carico aerodinamico assoluto. D’altra parte quest’anno, nell’ultima qualifica di Budapest l’intensificarsi del vento in Q3 ha provocato una maggiore perdita di prestazione proprio delle monoposto papaya.  

“Guardando alla direzione del vento in alcune curve, ne abbiamo individuate alcune dove abbiamo perso di più rispetto al Q2 e abbiamo riconosciuto un pattern”, l’analisi di Andrea Stella in Ungheria. “Possiamo correlarlo alle nostre mappe aerodinamiche e non è una sorpresa che nelle curve in cui abbiamo avuto queste variazioni del vento ne abbiamo pagato il prezzo più alto sul cronometro”. Sarà da vedere dunque se anche a Zandvoort le forti raffiche di vento basteranno per avvicinare la McLaren alla concorrenza, accendendo la competizione in un weekend dove comunque ci si aspetta che a svettare siano i colori papaya.

Norris e PiastriPhoto by Joe Portlock/Getty Images

Il test delle sopraelevate

Ferrari si candida al ruolo di prima delle avversarie. Con gli ultimi aggiornamenti meccanici e aerodinamici, Leclerc ha ritrovato fiducia con la SF-25 in qualifica, senza più dover ricorrere a quegli assetti estremi che rendevano molto difficile giocare con il limite della macchina. I dati raccolti prima della pausa estiva, inoltre, hanno certificato un aumento di carico aerodinamico dal fondo grazie all’utilizzo di altezze da terra ridotte per merito della nuova sospensione posteriore, attorno a cui però permangono alcuni dubbi.

Resta infatti da chiarire la causa del problema che in Ungheria ha improvvisamente rallentato Leclerc di 2 secondi al giro. Tra le tante teorie formulate, c’è anche il sospetto che a provocare la perdita di passo sia stata un’alterazione delle pressioni gomme per prevenire un eccessivo consumo della tavola sotto al fondo. Da questo punto di vista Zandvoort, con le sue curve sopraelevate, offrirà un riscontro prezioso sull’efficacia della nuova sospensione posteriore. Sul banking conclusivo di 18° infatti, ma anche in curva 3, dove l’inclinazione laterale raggiunge un massimo di 19°, la forza centrifuga contribuisce a schiacciare la macchina al suolo, usurando il plank. Il tutto rende la pista olandese una cartina tornasole degli effettivi progressi della Ferrari nella gestione delle altezze da terra.

Ferrari Leclerc© Copyright: Coates / XPB Images

A questo si aggiunge poi il caso di Lewis Hamilton, ancora lontano dall’instaurare la giusta sintonia con la macchina, specialmente in frenata e ingresso curva. Zandvoort è povera di sezioni ad alta velocità, quelle dove l’inglese fatica maggiormente a gestire il sovrasterzo della SF-25, ma allo stesso tempo è una pista stretta e insidiosa, che richiede la massima fiducia nel mezzo. La speranza di Lewis è che la pausa estiva sia stata benefica, sgomberando la mente per trovare una via di uscita dalla crisi.

La lotta per il podio

Mercedes prova a sfidare la Ferrari per il podio, puntando a bissare quello di Budapest. In Ungheria George Russell ha beneficiato del problema occorso a Charles Leclerc, ma nelle sue mani la W16 ha comunque espresso un ottimo passo gara. Il ritorno alla vecchia sospensione posteriore sembrerebbe aver ridato fiducia a entrambi piloti, specialmente ad Antonelli, migliorando la stabilità in ingresso curva. Le prospettive sono incoraggianti per Zandvoort, pista povera di sezioni ad alta velocità e ricca di zone di trazione in combinato, smorzando i problemi della Freccia d’Argento ed esaltandone i punti di forza.

Photo by Rudy Carezzevoli/Getty Images

Tra chi spera di inserirsi nella lotta per il podio c’è anche l’idolo di casa. Max Verstappen approda in Olanda con una RB21 carente nelle curve da media e bassa velocità, lacuna però che non basta a giustificare la mancanza di passo evidenziata in qualifica in Ungheria. “È stato un problema che non sembrava inerente al bilanciamento”, l’analisi di Mekies. “Non riuscivamo a mettere la macchina nella giusta finestra di utilizzo e ad accendere le gomme”. Red Bull comunque è fiduciosa che quello di Budapest sia stato un caso isolato e in Olanda spera di mettere il campione del mondo in condizione di lottare per le posizioni di vertice.

La novità

A Zandvoort potrebbero vedersi anche gli ultimi aggiornamenti, sebbene lo sviluppo sia ormai concluso praticamente per tutte le squadre. Ecco allora che la novità più grande riguarda semmai la scelta delle gomme, con Pirelli che propone le mescole C2, C3 e C4, di uno step più morbide rispetto a quelle impiegate nella scorsa edizione. La speranza è che il degrado maggiore possa regalare una corsa sul filo tra la singola e la doppia sosta, scenario che, come accaduto in Ungheria, spesso regala le gare migliori. D’altra parte i sorpassi in Olanda sono persino più ostici che in Ungheria, conferendo ancor più importanza al vantaggio di posizione. La giornata di sabato potrebbe quindi già scrivere buona parte dell’esito finale, in una qualifica che per le difficoltà di una pista senza margine di errori regala uno spettacolo secondo solo a quello di Monte Carlo.